Il collaudo previsto per la mattinata del 9 gennaio è stato rinviato.
Una buona notizia per gli abitanti di Guidonia Montecelio che non vogliono sia messo in funzione l’impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti.
Rinviato il collaudo del TMB
“Abbiamo appurato direttamente dalla voce degli amministratori straordinari di nomina prefettizia della Ambiente Guidonia Srl che oggi non avrà inizio l’annunciato collaudo dell’impianto di TMB dell’Inviolata” ha annunciato Mauro Lombardi, il sindaco di Guidonia Montecelio.
“Appare però evidente che questo avverrà a breve, anche se al momento non è stabilita alcuna data”.
Il primo cittadino, come del resto il suo predecessore, si è dichiarato contrario all’utilizzo dell’impianto che già la sindaca Raggi voleva far mettere in funzione.
Un comune virtuoso nella gestione dei rifiuti
Il Tmb dell’Inviolata, di proprietà della famiglia Cerroni, è destinato ad aprire le porte per accogliere l’immondizia proveniente dalla Capitale.
Ed è questo un aspetto che i comitati locali, ma anche i rappresentanti comunali della “Città dell’aria”, non intendono accettare.
Perché gli abitanti di Guidonia, nel 2021, hanno differenziato il 68.8% degli scarti prodotti.
Si tratta quindi di un comune virtuoso che però deve fare i conti con la presenza, all’interno del proprio territorio, di una discarica e di un impianto per il trattamento del “tal quale”.
Sono entrambe fermi ma soprattutto il TMB rappresenta una minaccia costante.
Ed infatti, contro il suo previsto collaudo, già nella mattinata del 9 gennaio erano state annunciate le barricate.
Le preoccupazioni condivise dal sindaco
“E’ un problema che ereditiamo dal passato, con il quale siamo costretti a confrontarci.
Ritengo legittime e giustificate le manifestazioni di dissenso che sono preannunciate e che saranno organizzate – ha dichiarato Lombardi – L’impianto dista in linea d’aria esattamente 2680 metri dalla cameretta in cui dormono i miei tre figli e anche da padre comprendo le preoccupazioni di tutti”.
Il collaudo è però solo rinviato e quindi, la minaccia d’una prossima apertura, resta incombente.
La strada dei ricorsi
Contro l’avvio dell’impianto, al di là delle proteste, l’amministrazione sta percorrendo la strada dei ricorsi al TAR.
Ne era stato predisposto uno dalla precedente consigliatura contro l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla regione, un atto propedeutico alla messa in funzione del TMB.
E ne è stato intentato un altro anche dall’attuale sindaco “contro l’ordinanza di Gualtieri” che ha inserito la struttura tra quelle che dovranno contribuire alla gestione dei rifiuti romani.
Ma in entrambe i casi il Tar ha respinto la richiesta di sospensione cautelare “e questo – ha ammesso Lombardo – purtroppo non lascia ben sperare per le decisioni definitive attese per il prossimo mese di luglio”.
Cosa vuol fare il comune
Nelle aule di tribunale, però, la partita non si è ancora conclusa.
Ed infatti il sindaco, riconoscendo che “il fronte giudiziario” è “l’unico dal quale può arrivare la chiusura dell’impianto ora che sono in procinto di aprirlo” ha dichiarato la disponibilità anche ad ricorrere ad un “secondo grado”.
Nel frattempo, l’impianto sarà verosimilmente collaudato ed aperto.
Nel qual caso, il sindaco di Guidonia ha dichiarato che chiederà di far partecipare l’amministrazione comunale ai “controlli sul funzionamento dell’impianto” ed al “rispetto delle norme di sicurezza e di tutti i valori che possano misurare l’impatto ambientale”.
Intanto, però, l’auspicio di chi indossa la fascia tricolore a Guidonia, è che si trovi “un fronte comune, cittadini ed amministrazione, affinché le istituzioni sovracomunali comprendano che non siamo disponibili a farci carico delle inefficienze e incapacità altrui”.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 9 gennaio 2023 sul sito online “Roma Today”)