IL DIKTAT DI GUALTIERI VA RESPINTO AL MITTENTE
Da notizie di stampa confuse ed oltretutto prive di riscontro di fonte ufficiale, il nostro territorio ha appreso che il 9 gennaio avrebbero dovuto transitare su Via dell’Inviolata i camion dei rifiuti romani diretti all’impianto TMB dell’interdetta Ambiente Guidonia srl, al fine di effettuare il collaudo funzionale dei macchinari.
L’informazione si è rivelata falsa, forse diffusa ad arte per tastare il terreno dell’opposizione al progetto, forse per fare in modo che – ad un mese dalle elezioni regionali – i competitors potessero mostrarsi al pubblico.
Ed in effetti si sono viste, all’Inviolata, sventolare bandiere di partiti decotti.
Tra l’altro, nel merito, ci sarebbe da non creare confusione tra la fase di “collaudo tecnico funzionale”, attualmente già in ordine di essere avviato, con la messa in esercizio definitiva dell’impianto, accompagnata da relativa Determinazione regionale di “presa d’atto” delle risultanze del collaudo stesso, la quale ultima sarà assunta solo se e quando sarà completata positivamente la fase di collaudo funzionale dell’impianto ed è solo quella che allora sancirà l’inizio della gestione operativa dell’impianto.
Tuttavia, nel caso specifico, anche la fase di collaudo funzionale, seppur già in ordine di essere avviata e quindi partire in qualsiasi momento, rimane comunque sottoposta a sua volta ad ulteriori prescrizioni.
Sembra che le leggi, le normative vigenti, i vincoli a cui l’area dell’Inviolata di Guidonia è da anni sottoposta, siano stati cancellati dall’Ordinanza (firmata il 20 luglio 2022, in scadenza il 20 gennaio 2023) dell’inceneritorista Gualtieri per far ripartire il grande sversatoio di rifiuti a vantaggio dell’azienda di Cerroni e dell’inefficiente Capitale e dei suoi altrettanto incapaci amministratori capitolini a partire dall’Amministrazione a cinque stelle della Raggi.
Il fatto è che invece la legge regionale 22/96 non è stata abolita, il DM paesaggistico 73/2016, le norme del PTPR del Lazio sono tuttora operative e in vigore, mentre l’Ordinanza di Gualtieri non ha nessun potere di deroga su tali disposizioni normative.
Se l’AMA portasse i suoi camion all’Inviolata, (anche per il collaudo) si tratterebbe quindi di una palese forzatura, illegittima, arrogante, dittatoriale, quella messa in campo dal “potere romano”, a cui le istituzioni preposte non saprebbero o non vorrebbero opporre il legittimo contrasto.
Non è dato sapere, ad esempio, con quale acqua si procederà al previsto collaudo del TMB per il necessario funzionamento dei macchinari e per l’uso umano nell’impianto, visto che il pozzo indicato (NP05) da Ambiente Guidonia è stato attenzionato dallo stesso Dipartimento Tutela Acque di CMRC che ne ha vietato l’utilizzo con apposita Determinazione (che alleghiamo al presente comunicato), almeno fin quando gli organi competenti in materia di bonifica e ASL si pronunceranno in merito.
Anche la Soprintendenza, l’Ente Parco, la Regione Lazio, il Comune di Guidonia Montecelio ma pure le Procure di Roma e di Tivoli – tutti avvertiti con un chiaro e pesante invito/diffida inoltrato due settimane fa da alcune associazioni locali (che in queste ore stanno perfezionando un’altra denuncia in Procura) a non permettere l’illegittimo transito dei camion dell’AMA sulla vincolata Via dell’Inviolata – parrebbero pavidamente allineati sulla posizione del sindaco inceneritorista romano.
Inoltre, ricordiamo che l’Ente Parco e la Soprintendenza hanno permesso (pressati dall’allora prefetto Piantedosi e dall’attuale capo di gabinetto del Sindaco metropolitano) in modo del tutto inspiegabile e non condivisibile, un paio di mesi fa, con un Nulla Osta ed un “parere preliminare” positivi, che venissero effettuati i lavori di “ripulitura”, a cura della Città Metropolitana diretta sempre da Gualtieri, di parte della sede stradale dell’Inviolata programmaticamente finalizzati al passaggio dei camion dei rifiuti romani all’interno dell’area vincolata.
Lo stesso Sindaco attuale di Guidonia Montecelio ha fatto sapere che, se l’opposizione ‘legale’ non sortirà effetti positivi, lui ha già in serbo il “piano B” (una contrattazione con l’azienda, un controllo ‘stretto’ sul funzionamento dell’impianto), ma questo ai cittadini non basta di sicuro.
Le pavide, lassiste e volutamente inefficaci istituzioni si stanno rendendo complici del nuovo disastro ambientale e delle illegittimità che Gualtieri – in concorso con la Prefettura e l’azienda cerroniana interdetta in seguito alle procedure antimafia ed ora capitanata da due commissari prefettizi – ha ordito ai danni dell’ambiente e della salute del territorio a nord-est della Capitale. I cittadini del territorio devono aumentare la vigilanza sugli amministratori e respingere le infauste decisioni di Gualtieri e soci. Il TMB non doveva essere costruito all’interno di un’area protetta, chi l’ha voluto e realizzato dev’essere disposto a pagarne le conseguenze.
RESPINGIAMO IL DIKTAT DELL’ARROGANTE GUALTIERI!
NO AI CAMION AMA NELL’AREA PROTETTA DELL’INVIOLATA!
GIU LE MANI DAL PARCO DELL’INVIOLATA!
LE MINACCE NON CI FANNO PAURA !
Comitato per il Risanamento Ambientale
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