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Ogm: lo stallo sul mais Pioneer 1507 apre scenari alternativi

21 Febbraio 2014
in AREE AGRICOLE, GOVERNO DEL TERRITORIO, NEWS
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Immagine.mais Pioneer 1507 L’11 febbraio 2014, alla vigilia della riunione del Il Consiglio dei ministri europei per decidere sulla autorizzazione o meno alla coltivazione del mais geneticamente modificato Pioneer 1507, Alfonso Pecoraro Scanio attualmente è Presidente della Fondazione UniVerde e docente presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e l’Università Tor Vergata di Roma, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

<<12 anni fa la Pioneer ha fatto istanza per poter immettere nel mercato UE un nuovo mais OGM, ma nel frattempo eravamo riusciti a imporre un sostanziale bando ai nuovi semi transgenici che è riuscito a contrastare la pressione e l’arroganza delle multinazionali.

Immagine.Alfonso Pecoraro Scanio

Alfonso Pecoraro Scanio

Purtroppo in questi anni l’autorità della sicurezza alimentare, creata dopo lo scandalo della mucca pazza, con sede a Parma, che dovrebbe fare studi indipendenti mentre si affida spesso alle analisi degli stessi produttori di Ogm, ha emesso ben sei pareri positivi nonostante in questi anni sono cresciute le evidenze dei rischi degli Ogm su ambiente e salute.

E la Corte di Giustizia UE, a settembre, si è espressa per l’autorizzazione di questo Mais.

Immagine.mais OGM

mais OGM

Oggi lo scenario più probabile è che non si raggiunga nessuna maggioranza qualificata di stati membri né contraria né favorevole alla coltivazione del mais ogm Pioneer 1507.

Un risultato già raggiunto la scorsa settimana dagli ambasciatori europei dei 28 paesi Ue. Una tale spaccatura tra gli Stati membri vuol dire obbligo legale da parte della Commissione Ue di adottare “senza ritardi ingiustificati” la sua stessa proposta favorevole all’autorizzazione della coltivazione del mais transgenico. Per questo il commissario Ue alla salute, alla vigilia del voto al Consiglio, ha rilanciato un appello agli stati membri perché riaprano il dibattito sugli ogm, da anni bloccato, e sulla proposta del 2010 della stessa Commissione che dava libertà ai singoli Paesi di decidere se autorizzare o meno la coltivazione sul proprio territorio.

Oggi è l’ultimo giorno utile da parte del Consiglio per esprimersi, e la presidenza greca dell’Ue ha deciso di metterlo all’ordine del giorno del Consiglio affari generali.

“La decisione della Corte Ue sul mais 1507 sottolinea l’urgenza di rilanciare le discussioni sulla proposta relativa alla coltivazione degli Ogm fatta dalla Commissione nel 2010″, ha dichiarato Borg, alla vigilia del voto, ricordando che questa “darebbe agli Stati membri più libertà di scegliere se proibire o meno la coltivazione degli ogm su basi diverse da quelle relative ai rischi per la salute e l’ambiente”

Il problema è che la Commissione deve accettare le modifiche alla proposta, votate dal parlamento europeo che invece vuole che gli stati possano vietare la coltivazione degli Ogm anche per ragioni ambientali.

Ho parlato con il Ministro Moavero, che siede nel consiglio affari generali, e mi ha assicurato il suo voto contrario dell’Italia ma, come ho detto, non basterà e non ho visto un’azione diplomatica adeguata che possa spostare sul No la maggioranza necessaria ad impedire alla Commissione di dare il via libera .

Serve, quindi, una forte azione delle società civile, a tutti i livelli, ed anche ogni iniziativa giudiziaria a livello nazionale e comunitario per bloccare questo nuovo assalto al diritto degli agricoltori di avere terreni liberi dall’inquinamento transgenico e dei consumatori di non trovarsi cibo Ogm sulle tavole.>>

Come previsto da Pecoraro Scanio, il Consiglio dei ministri europei non ha trovato una maggioranza qualificata a favore o contro l’autorizzazione alla coltivazione del mais geneticamente modificato Pioneer 1507: dopo un acceso dibattito tra i rappresentanti dei 28 stati membri, la presidenza greca ha interrotto le votazioni rinviando la decisione alla Commissione europea.

In base alle regole attuali, in assenza di un voto favorevole o contrario, è possibile adottare automaticamente il via libera al mais 1507.

L’Italia ha confermato la posizione contraria all’autorizzazione e, complessivamente, soltanto 5 dei 28 paesi si sono espressi a favore del prodotto Pioneer: Spagna, Regno Unito, Svezia, Estonia e Finlandia, mentre 4 hanno annunciato di volersi astenere – Germania, Belgio, Repubblica Ceca e Portogallo-.

Alla Commissione europea spetterà probabilmente autorizzare la coltivazione del mais ogm Pioneer 1507, dopo che il Consiglio Ue non è riuscito a trovare una maggioranza sufficientemente ampia per respingerne la proposta di coltivazione in Europa.

Al Consiglio di parla di “un’inedita situazione giuridica” sull’eventualità che la Commissione europea sia obbligata o meno a prender e una decisione in assenza di giudizio da parte del Consiglio.

La Commissione, in base alle regole attuali, senza un voto favorevole o contrario può adottare automaticamente il via libero al mais 1507, su cui il commissario alla Salute, Tonio Borg, si è a più riprese mostrato favorevole, non da ultimo oggi in conferenza stampa: “Ci sono stati in questi 13 anni ben 6 pareri favorevoli dell’Efsa (l’Autorità sulla sicurezza alimentare Ue, ndr) e, in assenza di una decisione politica dei 28, la Commissione deve basarsi sui pareri tecnici”.

Immagine.Tonio Borg

Tonio Borg

Bruxelles, quindi, darà il via libera dopo che gli Stati si saranno accordati su come modificare le regole sugli ogm per prevedere la possibilità di non introdurre coltivazioni nei singoli territori.

Ma l’Italia e altri 11 Paesi hanno chiesto formalmente alla Commissione Ue di ritirare la proposta che autorizza la coltivazione del nuovo mais transgenico 1507.

In una lettera firmata, tra gli altri, dall’allora ancora Ministro per gli affari europei Enzo Moavero, inviata al commissario alla Salute Tonio Borg, i 12 hanno chiesto a Bruxelles un passo indietro.

Immagine.Enzo Moavero Milanesi

Enzo Moavero Milanesi

La lettera è datata 12 febbraio e fa riferimento al Consiglio Affari generali del giorno prima dove gli Stati hanno deciso di non votare: “La discussione di ieri al Consiglio ha reso chiaro che nella sensibile questione di autorizzare il mais 1507, la soluzione è nelle mani della Commissione. Che è ancora nella posizione di ritirare la sua proposta“.

I 12 Paesi (Austria, Bulgaria, Cipro, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Slovenia, Malta) ricordano che “una grande maggioranza degli attori coinvolti, il Parlamento Ue e gli Stati membri si sono ripetutamente opposti alla proposta” e ieri “solo 5 Stati l’hanno sostenuta mentre 19 erano contro“.

“Siamo convinti – hanno concluso  – che la Commissione non può ignorare le preoccupazioni legali, politiche e scientifiche di così tanti Stati e del panorama politico“.

E si dicono “fiduciosi che la Commissione ritirerà la proposta”

È in questo alveo che si inserisce anche l’iniziativa di Oreste Rossi (del Gruppo del Partito popolare europeo), che sempre il 12 febbraio 2014 ha presentato un‘interrogazione alla Commissione europea per chiedere libertà di scelta agli Stati su coltivazione Ogm.

Immagine.Oreste Rossi.1

Oreste Rossi

«L’Italia deve lottare per una maggiore sovranità alimentare. – ha espresso in una nota – Dobbiamo dire no agli Ogm se si vuole un’agricoltura di qualità e sostenibile».

Per Rossi su queste tematiche «deve esserci il rispetto del principio di sussidiarietà, al fine di tutelare la biodiversità e la salute dei cittadini».

Sulla base dell’incipiente principio della sovranità alimentare, «l’obiettivo deve essere di favorire la libertà di scelta degli Stati membri di vietare le coltivazioni Ogm sul loro territorio, vista anche la recente decisione del Parlamento europeo secondo cui la presenza di polline Ogm nel miele non dovrà essere indicata obbligatoriamente in etichetta».

Il 14 febbraio 2014 il Comitato Scientifico Equivita ha emanato il seguente comunicato dal titolo “UN IMPELLENTE DOVERE CIVICO Opporsi all’AUTORIZZAZIONE del MAIS PIONEER 1507”

Immagine.logo equivita

 <<Opporsi all’autorizzazione del mais Pioneer 1507 non rappresenta solo una scelta logica e neppure un semplice dovere morale. E’ un obbligo civico che tutti noi abbiamo: fornire assistenza a persone in pericolo, ovvero ASSISTENZA A TUTTI I CITTADINI EUROPEI.

Il Comitato Scientifico EQUIVITA, in questo momento generale di crisi istituzionali, si limita a ricordare alcune verità ben note e tutte verificabili. A voi di valutare facendo la somma dei punti qui di seguito:

1) La pianta Ogm ha subito, da sempre, solo due tipi di modifiche: a) viene trasformata, introducendo la tossina Bt, in pesticida letale per i parassiti, aumentando così la tossicità dell’ambiente; b) viene resa resistente ad un diserbante (nel caso del mais 1507 si tratta del glufosinato ammonio, prodotto, come sempre avviene, dalla stessa azienda che ha brevettato la pianta…). Secondo numerosi studi scientifici (tra i quali il rapporto IAASTD dell’ONU), il consumo del diserbante aumenta, con la pianta modificata, di quattro volte in media. L’agricoltore viene infatti indotto a farne abbondante uso … Il danno all’ambiente e alla salute umana è difficilmente quantificabile, ma è enorme.

Il mais Pioneer 1507, che oggi rischiamo di vedere autorizzato dalla Commissione europea e che già nel 2009 veniva da essa insistentemente spinto sul mercato … ha entrambe queste caratteristiche.

2) Ma vi è di più: pochi ricordano che proprio nel 2009 la Commissione europea, informata del danno  provocato alla salute umana dai pesticidi, emanò un regolamento per limitarne l’uso. Nella lista rossa delle 22 sostanze maggiormente tossiche che avrebbero dovuto essere vietate, ovvero eliminate, cosa comparve? il glufosinato !

3) Il Comitato Scientifico Equivita non credendo possibile una simile contraddizione, telefonò agli esperti di Bruxelles per farsene spiegare la ragione.

Dopo un primo “Accidenti, non ci avevamo pensato …” la risposta della Commissione fu la seguente frase: “Nessun problema. La licenza del glufosinate scade nel 2017, vi è ampio tempo per seminare il mais 1507 fino ad allora!”

 EQUIVITA rammenta che l’aumento costante delle malattie tumorali, specie nei bambini, delle malattie neurodegenerative in tutte le fasce di età, dell’autismo, dei danni al sistema endocrino, delle malformazioni (vedi l’”Appello dei medici argentini!”), della sterilità, non ci consente più di avere pazienza.

Chiediamo alla Commissione europea di privilegiare la tutela della salute – di PENSARE AI BAMBINI, che sono i più colpiti – rispetto ai bilanci delle multinazionali chimico-biotech.

Ricordiamo che, oltre a ciò, gli Ogm usano lo strumento dei brevetti e del controllo del mercato alimentare globale, per rendere i popoli poveri sempre più dipendenti e privi della loro sovranità alimentare, elemento indispensabile ad una loro crescita.

 

 

 

 

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