Nella zona del sedicesimo quartiere di Montesacro che è sorta sulla riva destra del fiume Aniene poco prima che confluisca nel Tevere e che oggi ricade nel Municipio di Roma III (ex Municipio Roma IV) di Roma Capitale è stato costruito nel 1957 un complesso immobiliare con accesso dal civico 93 di via Cimone.
La base della facciata posteriore dell’edificio al civico n. 93/C, che si affaccia verso il fiume Aniene, risulta posizionata ad un livello inferiore di tre piani rispetto a quello di via Cimone ed a ridosso all’epoca di un sentiero sterrato che dal tratto asfaltato di via Favignana arrivava a Piazza di Monte Gemma.
Questo fabbricato a valle è rimasto a livello di rustico ed oggi fa parte del Condominio parziale di via di Monte Gemma s.n.c., appartenente al fabbricato principale di via Cimone 93/C, ma amministrativamente indipendente da esso, a dimostrazione che dovrebbe avere un futuro accesso da via di Monte Gemma e non da via Cimone per giunta senza ancora un numero civico definito per le ragioni che saranno di seguito esposte.
Tratto di via Favignana non asfaltato
Questa parte di edificio è stata fatta oggetto di una serie di opere abusive che hanno ottenuto sette concessioni in sanatoria nel 1997, due concessioni in sanatoria nel 2002 ed un’ultima concessione in sanatoria nel 2013: sono state inoltre presentate due DIA (Dichiarazione di Inizio Attività) nel 2010 ed una SCIA (Segnalazione certificata di Inizio Attività) nel 2011.
Secondo un piano particolareggiato risalente agli anni ’30 (convenzione n. 768 del 1931) era prevista una viabilità di congiungimento di via Favignana con il tratto di via Monte Gemma.
Con D.P. del 23 maggio 1951 è stato approvato e reso esecutivo il piano particolareggiato della zona compresa tra via Nomentana, viale Gottardo, via Monte Nevoso e nuove vie dell’allora vigente P.R.G. che prevedeva il suddetto congiungimento: nella deliberazione del Consiglio Comunale n. 1081 del 19 luglio 1951, relativa alle “nuove denominazioni e modifiche di denominazioni stradali” risulta al quartiere di Montesacro una “via Favignana – da Via Monte Tomatico a Via Monte Gemma (non costruita)”.
Con deliberazione della Giunta Comunale n. 3155 del 6 maggio 1959 è stato disposto l’esproprio di alcune aree “occorrenti per la costruzione di Via Favignana e tratto di Via Monte Gemma”.
Con delibera del Consiglio Comunale di Roma e decreto del Prefetto di Roma n. 92448/IV del 2 aprile 1960 è stato disposto l’esproprio, unitamente ad altri 4 fondi, delle aree di due fondi di proprietà all’epoca di Giosia Giulia e Giosia Giorgio, individuate all’epoca dalle particelle n. 263/rata e 322/rata del Foglio 278 (il cui successivo frazionamento ha portato alle nuove particelle n. 707 e 709, che qui interessano e di cui si dirà più avanti) “al fine di ultimare la costruzione della strada comunale continuazione di via Favignana avente il toponimo di via Monte Gemma secondo il piano regolatore vigente”.
Va messo in evidenza che per la realizzazione a strada del tratto completo che va da Piazza Monte Gemma a Via Favignana occorreva l’esproprio anche di un settimo fondo di 140 mq., oggi individuato dalla particella 387 del Foglio 278 e classificato come “orto”, che corrisponde al primo tratto sterrato alla fine di via Favignana.
Via Favignana a luglio del 2018
L’esproprio non è stato però formalmente completato con la trascrizione al catasto: con la deliberazione del Consiglio Comunale n. 100 del 19 luglio 1961, relativa alle “Denominazione di nuove strade o piazze e riordinamento di denominazioni stradali già esistenti” è stato deciso fra l’altro di “precisare o variare alcune delimitazioni stradali nel m odo seguente: …. Via Favignana – da Via Monte Tomatico alla campagna (Q. XVI Monte Sacro)”, a conferma che c’è stata una rinuncia a costruire il congiungimento di Via Favignana con Piazza Monte Gemma.
Questo pezzo di campagna è rimasto a tutt’oggi costituito dai fondi di proprietà dei rispettivi proprietari, che come tali risultano al Catasto.
Secondo il PRG del 1965 l’area, unitamente alle successive particelle 708 e 710, era classificata “zona N – parchi pubblici e impianti sportivi”, dove non si evidenziava neanche il tratto di strada costituito oggi dal troncone di via Favignana che presumibilmente fu realizzato negli anni successivi alla approvazione del PRG, limitandosi presumibilmente la realizzazione al limite costituito dalla originaria zona N, avendo poi l’amministrazione abbandonato le previsioni di piano particolareggiato.
Il tratto antistante l’edificio al civico 93/C di via Cimone è rimasto di comproprietà di Giosia Giulia e Giosia Giorgio che ne erano venuti in possesso dal 12 gennaio 1955, come risulta dalla visura storica delle particelle n. 263/rata e 322/rata del Foglio 278 e lo è rimasto fino alla loro morte: la proprietà è però rimasta intestata ad entrambi al Catasto fino al frazionamento delle suddette particelle, che verrà operato il 20 maggio 2014 dal Condominio parziale di via Monte Gemma snc, come si dirà meglio più avanti.
Con il successivo annullamento del progetto di proseguimento della superstrada di fondo valle (Palmiro Togliatti), la strada di Monte Gemma esiste tutt’oggi come carrabile solo per un breve tratto a ridosso di piazza Monte Gemma, ben distaccata da via Favignana e ad essa congiunta solo da un sentiero che si è consolidato nel corso degli anni.
Al tempo della presidenza Nardi del IV Municipio (fine anni ’90 del secolo scorso) furono applicati paletti interdittori tanto alla fine della piazza Monte Gemma quanto alla fine dell’asfalto di via Favignana per favorirne un utilizzo esclusivamente pedonale.
Contestualmente alla legge regionale n. 29 del 6 ottobre 1997, ai sensi della lettera l) del 1° comma dell’art. 44, è stata istituita la “riserva naturale Valle dell’Aniene, relativa all’area romana localizzata all’interno del Grande Raccordo Anulare” secondo una perimetrazione entro cui non ricade via Favignana.
Dalla fine degli anni ’90, l’associazione “Insieme per l’Aniene” ha svolto continuativamente in questo tratto, il compito di sistemazione e protezione della sentieristica sia nella pulizia che nella sfalciatura del percorso ciclo-pedonale con l’utilizzo anche di un trattorino.
In questo impegno si sono avvalsi negli anni anche della collaborazione di varie associazioni per la parte scientifica mentre sono stati impegnati negli interventi i volontari dei Campi Internazionali di Legambiente dal ’99-2009 ed i volontari del Servizio Civile Nazionale dal 2004 ad oggi.
Successivamente con il progetto “l’Aniene su 2 ruote” dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Roma l’associazione ha rifinito questo tratto di percorso semplificandone la percorribilità soprattutto nel tratto sollevatore AMA-piazza Monte Gemma-via Favignana in quanto era l’unico percorso utilizzabile per l’accesso alla Città Giardino e la continuità della sentieristica dell’Aniene in città.
All’evento conclusivo, in bicicletta, oltre ai responsabili delle Riserve Regionali e dell’ Ente Roma Natura hanno partecipato anche l’allora sindaco di Roma Valter Veltroni, l’allora assessore all’ambiente Gianni Esposito, i presidenti dei Municipi interessati e il consulente allo sport del Comune Gianni Rivera.
Il vigente PRG, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 18 del 12 febbraio 2008, destina la zona a “Città Storica – Tessuti di Espansione otto-novecentesca a lottizzazione edilizia puntiforme – T7” ed in minima parte a “Sistema dei Servizi e delle Infrastrutture – infrastrutture per la mobilità – Strade”, dove sono ammessi – ai sensi della lettera b) del 4° comma dell’art. 25 della Norme Tecniche di Attuazione del PRG – interventi di categoria RE2 (“Ristrutturazione Edilizia, anche con aumento di SUL, finalizzata al miglioramento della qualità architettonica, anche in rapporto al contesto, e/o all’adeguamento funzionale di edifici o parti di essi”).
Sistemi e Regole – tav. 3.11
Nella suddetta tavola è riportata la traccia di uno stradello di sezione inferiore al tronchetto esistente di via Favignana, le cui misure, prese graficamente, corrisponderebbero ad una larghezza variabile da 2,5 a 3 metri lineari.
Nel 2009 con la pulizia dell’alveo dell’Aniene effettuata dai Vigili del Fuoco per conto della Provincia e l’arretramento delle recinzioni degli orti, che arrivavano fino all’alveo, è stato aperto anche il sentiero lungo il fiume.
Negli anni successivi oltre ai cittadini del quartiere tante persone, a piedi o in bicicletta, sono passati per la “variante” via Favignana in occasione di eventi, visite guidate, attività didattiche, escursionismo in città, apprezzandone la continuità dell’area verde fluviale, l’architettura della Città Giardino-piazza Sempione, il ponte Nomentano con i mausolei ed il quartiere di Monte Sacro, come un percorso unico e particolare della città di Roma in quello che nel 2013 è diventato il Municipio III della Capitale.
Con lettera poi registrata al prot. n. 27420 del 12 dicembre 2013, avente per oggetto “Richiesta di frazionamento aree a completamento dell’esproprio eseguito nel Foglio 278 delle particelle catastali 322 oggi 512 rata e particella 263 rata”, il Condominio parziale di via Monte Gemma s.n.c. ha fatto presente al Dipartimento Patrimonio che le suddette particelle facevano parte dell’esproprio del 1960, che i proprietari dell’epoca (Giosia Giulia e Giosia Giorgio) erano deceduti da oltre 10 anni e che solo attraverso tali aree è possibile raggiungere il condominio stesso, che vanta una pluriventennale proprietà dell’area a quel momento senza una proprietà definita in quanto non inserita nell’asse ereditario: ha quindi fatto “richiesta affinché codesta Amministrazione proceda al perfezionamento del processo di esproprio attivato nel 1959 con la definizione del frazionamento”, significando nel contempo che “TUTTE LE SPESE SARANNO SOSTENUTE DAL CONDOMINIO STESSO CHE POTRÀ, SU SPECIFICA AAUTOPRIZZAZIONE, PROVVEDERE AD EFFETTUARE TUTTE LE PROCEDURE NECESSARIE”.
Alla suddetta nota il Condominio parziale di via Monte Gemma snc ha allegato il Foglio degli annunzi legali, il decreto prefettizio, lo stato di consistenza e le note di trascrizione, ma non ha allegato la documentazione che comprovasse l’oggettiva proprietà delle due particelle in capo al Condominio, che in modo contraddittorio e non rispondente al vero da un lato afferma di vantare “una pluriventennale proprietà dell’area attualmente senza una proprietà definita in quanto non inserita nell’asse ereditario” mentre dall’altro lato dichiara che “al registro immobiliare appare Codesta amministrazione proprietaria delle due particelle”.
Per il Condominio parziale di via Monte Gemma s.n.c. le particelle del Foglio 278 n. 322 a quel momento 512 rata e 263 rata risultavano di proprietà del Comune, quando in base alla normativa vigente in materia così non poteva affatto essere.
Dal 2001 era entrato infatti in vigore il D.P.R. n. 327 dell’8 giugno 2001 (“Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità”) che al 1° comma dell’art. 24 dispone che “l‘esecuzione del decreto di esproprio ha luogo per iniziativa dell’autorità espropriante o dei suoi beneficiari, con il verbale di immissione in possesso, entro il termine perentorio di due anni“: scaduto tale termine tra emanazione ed esecuzione, il decreto di esproprio decade e viene meno la dichiarazione di pubblica utilità (Consiglio di Stato, Parere n. 1527/2018, sul punto cfr. anche: Consiglio di Stato, n. 1695 del 2015; Consiglio di Stato, n. 1720 del 2010; TAR Toscana n. 431 del 2014).
Il Condominio non solo ignora (non si sa quanto involontariamente) la normativa vigente a quel momento, attribuendo al Comune la proprietà delle suddette particelle di cui però al tempo stesso vanta un pluriventennale possesso, che invece al Catasto risulta ancora in capo a Giosia Giulia e Giosia Giorgio, benché deceduti entrambi da oltre 10 anni senza che – a detta del Condominio – ad essi sia subentrato nessun erede.
Per accampare un diritto di possesso sulla proprietà dei Giosia il Condominio parziale di via Monte Gemma snc avrebbe dovuto avviare una causa di usucapione, che ha effettivamente messo in atto ma 15 mesi dopo, presentando una istanza di mediazione civile all’organismo di mediazione accreditato al Ministero di Giustizia ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. n. 28 del 4 marzo 2010.
Secondo la prassi consolidata in materia la parte che ritiene di avere maturato il diritto di usucapire un bene, in tale caso il Condominio di via Monte Gemma snc, con l’assistenza di un avvocato deve presentare una istanza di mediazione avente ad oggetto il riconoscimento del proprio diritto con l’indicazione delle parti da chiamare e del bene da usucapire: l’organismo provvederà poi a convocare le parti indicate nell’istanza ed a fissare la data dell’incontro.
Il giorno stabilito, alla presenza di un mediatore, le parti potranno raggiungere un accordo: in tale sede il proprietario o i proprietari del bene riconosceranno che, effettivamente, l’istante ha posseduto il bene ininterrottamente per il tempo previsto dalla legge, comportandosi come se fosse l’effettivo proprietario – uti dominus.
Ma per poter raggiungere tale accordo è necessario che al procedimento di mediazione partecipino tutti coloro che risultano proprietari del bene: si verifica spesso però che il legittimo proprietario sia deceduto e gli eredi non si sono affatto preoccupati di fare la denuncia di successione.
In questo caso, non conoscendo i soggetti da convocare in mediazione, la procedura non sarà valida: il mediatore dovrà il giorno dell’incontro redigere un verbale negativo.
Stando invece a quanto dichiarato dal Condominio parziale di via Monte Gemma snc in un documento successivo del 21 dicembre 2015 il procedimento di mediazione registrato al prot. n. 21/2015 ha avuto un esito positivo il 10 aprile 2015: non si capisce se a questa conclusione il mediatore abbia considerato come prova principale quella di eventuali testimoni chiamati dal Condominio.
Ad ogni modo il presunto accordo raggiunto avrebbe dovuto essere comunque formalizzato davanti ad un notaio, affinché provvedesse alla redazione dell’atto pubblico e alla trascrizione dello stesso, in maniera che diventasse effettivo nei confronti di tutti (erga omnes): in tutta la documentazione fin qui esibita dal Condominio parziale di via Monte Gemma snc, di cui si è venuti a conoscenza, non risulta mai citato o esibito un tale atto pubblico trascritto, per cui in sua eventuale assenza il procedimento di usucapione non sarebbe valido ed il Condominio non avrebbe acquisito affatto il diritto di possesso delle particelle del Foglio 278 n. 322 a quel momento 512 rata e 263 rata.
La Direzione Patrimonio avrebbe dovuto rigettare la richiesta presentata dal Condominio parziale di via Monte Gemma snc, dovendo sapere (la legge non ammette ignoranza, specie da parte di una pubblica amministrazione) che in base al 1° comma dell’art. 24 del D.P.R. 327/2001 il decreto di esproprio del 1960 era decaduto ed era venuta meno la dichiarazione di pubblica utilità: avrebbe comunque dovuto rigettarla anche nell’ipotesi di una validità ancora del procedimento di esproprio, perché il suo completamento in termini di frazionamento delle aree espropriate doveva spettare al Dipartimento Patrimonio ed avrebbe dovuto soprattutto riguardare tutti e 6 i fondi interessati e non soltanto quello del Condominio.
Invece con nota prot. n. 8675 del 10 aprile 2014 ha concesso l’autorizzazione al frazionamento che ha dato vita alle particelle 707 e 709 (pubbliche) ed alle particelle 708 e 710 (private), incaricando il geom. Carlo Gatta “a sottoscrivere, in nome e per conto del Comune di Roma gli elaborati grafici e cartacei di cui all’oggetto” .
In data 9 maggio 2014 il geometra Carlo Gatta ha depositato presso l’allora Municipio IV il frazionamento delle particelle del Foglio 278 n. 322 a quel momento 512 rata e 263 rata, con l’intestazione al Comune di Roma delle nuove particelle 707 e 709 ed al Condominio parziale di via Monte Gemma snc. delle nuove particelle 708 e 710.
Il frazionamento sotto riportato evidenzia come le particelle n. 708 e 710 riguardino il fondo antistante il fabbricato costruito nel 1957, mentre le particelle n. 707 e 709 riguardano il fondo antistante il fabbricato contiguo: dal suddetto frazionamento è stata esclusa la successiva particella n. 387 dopo la quale inizia il tratto asfaltato di via Favignana.
Alla luce dei fatti successivi il Condominio parziale di via Monte Gemma s.n.c. ha sfruttato il suddetto frazionamento per chiedere ed ottenere un accesso carrabile da via Favignana per realizzare le modifiche al fabbricato che si era prefisso fin da allora di mettere in atto.
A distanza di appena un anno dalla richiesta di frazionamento e di 17 giorni dall’esito positivo del processo di mediazione, nell’ambito di un progetto di Riqualificazione (Edilizia RE2-Ristrutturazione edilizia) per il recupero dello stabile del 1957 in via Monte Gemma, con prot. n. QI/69110 del 27 aprile 2015 è stata registrata la richiesta presentata dal Condominio parziale di via di Monte Gemma s.n.c. per ottenere il rilascio di un permesso di costruire relativo a lavori riferiti ad opere interne alle unità residenziali, al cambio di destinazione d’uso dei locali da commerciali a residenziali, con modifica delle facciate esterne e realizzazione di parcheggi al piano terra interni all’edificio e parcheggi esterni al fabbricato ma sempre su aree di proprietà del richiedente.
Risulta addirittura che il successivo 20 maggio 2014, prima ancora dell’esito positivo del procedimento di mediazione e successivamente alla presentazione del progetto di riqualificazione, il Condominio parziale di via Monte Gemma snc ha operato al Catasto il frazionamento prot. RM0332617 in atti.
L’elaborato grafico del progetto riporta, lungo l’area coincidente con lo stradello indicato nel PRG vigente, una sezione stradale più ampia di quella graficizzata nel PRG e sulla quale vengono indicate in modo piuttosto inappropriato, quale sistemazione esterna, “opere da realizzare a scomputo di oneri urbanistici”.
Le sistemazioni esterne previste dal progetto sfruttano il perfezionamento dell’esproprio del 1960 autorizzato dalla Direzione Patrimonio e sottendono evidentemente la possibilità di accesso carrabile al lotto da via Favignana: in assenza di tale accesso da via Favignana, box e stalli autorizzati con il richiesto permesso di costruire sarebbero realizzati su un fondo intercluso, e non potrebbero quindi essere utilizzati.
Ma per avere la certezza di poter accedere a box ed agli stalli, con nota del 23 novembre 2015 (registrata al prot. del Comune n. 31887 del 3 dicembre 2015) il Condominio parziale di via Cimone 93/C e di via Monte Gemma s.n.c. ha chiesto all’Ufficio Servitù di passaggio della Direzione Patrimonio il rilascio del nulla osta per il transito carrabile sulle richiamate particelle 707 e 709 del Foglio 278 “ed ove fosse ritenuto necessario e di legge la costituzione di una servitù di transito carrabile sulle medesime aree al fine di permettere l’accesso dal fondo intercluso di cui è proprietario il condominio alla via di urbanizzazione pubblica di via Favignana”.
Con nota prot. n. 3229 dell’11 febbraio 2016 la Direzione Patrimonio ha risposto che “la richiesta non può essere accolta”, “essendo l’area già stata espropriata per essere destinata a pubblico transito”.
La Direzione Patrimonio ignora nuovamente che il decreto di esproprio era decaduto, ma in sede di terza integrazione alla istruttoria in corso sulla richiesta di rilascio del permesso di costruire si è dedotto che, essendo l’area già stata espropriata per essere destinata a pubblico transito, allora “non è necessaria l’autorizzazione al passaggio”, che non è esattamente la stessa cosa.
Anche per tali motivi in data 19 dicembre 2016 l’arch. Patrizia Di Nola, responsabile all’epoca della Unità Organizzativa Permessi Costruire della Direzione Edilizia del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica (P.A.U.), ha rilasciato il permesso di costruire n. 275 con cui sono stati assentiti l’esecuzione di lavori interni alle unità residenziali dell’edificio di Via Monte Gemma s.n.c., nonché il cambio di destinazione d’uso dei locali da commerciali a residenziali e la realizzazione di parcheggi (stalli e box), sia interni che esterni all’edificio, con accesso agli stessi unicamente da via Favignana, nel tratto di stradello che transita anche sulle particelle che il frazionamento del Condominio parziale di via Monte Gemma snc ha fatto diventare di proprietà comunale: ma quest’ultima opera non risulta autorizzata dal titolo edilizio che coinvolge tre piani.
Il permesso di costruire è viziato di legittimità perché non riporta il rilascio della autorizzazione paesaggistica, preventivo ed obbligatorio sul piano delle procedure, dal momento che l’edificato ricade all’interno della fascia di rispetto dei 150 metri della sponda destra del Fiume Aniene, come attesta il seguente particolare della Tavola 24_374_B del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR).
Secondo il progetto i parcheggi previsti saranno realizzati a seguito di decespugliamento di vegetazione arbustivo-erbacea di tipo infestante (per mq. 580,00), con scasso integrale fino alla profondità di cm. 60 (per mq. 580,00), su massicciata stradale formata da uno strato di pietrisco siliceo di pezzatura 40-70 mm. (per mq. 360,00).
In questo frattempo con la progettazione del GRAB (Grande Raccordo Anulare in Bici) che ha inglobato la sentieristica lungo l’Aniene, da Ponte Mammolo alla ciclabile Nomentana-Villa Ada, in occasione della presentazione ufficiale al Foro di Traiano (luglio 2016) il tratto della variante via Favignana è stato prospettato come soluzione nei tempi in cui il percorso lungo l’alveo diventa infrequentabile e/o pericoloso per non specialisti: così è stato vissuto dalla cittadinanza in questo tempo ed anche rappresentato nella toponomastica del Comune di Roma (aggiornamento 14 luglio 2016): “da piazza monte gemma alla campagna”.
Nel mese di luglio 2017 presso il sentiero suddetto il Condominio parziale di via Monte Gemma snc ha aperto un cantiere per i lavori di “riqualificazione” e “ristrutturazione” (il cartello dei lavori è stato modificato nel tempo, così anche la dicitura del tipo di lavori) riguardante la parte sottostante dell’edificio di Via Cimone 93/C.
Contemporaneamente, i cittadini hanno notato sul sito Immobiliare.it la pubblicità di appartamenti nuovi “…sulla sponda del fiume Aniene, con vista libera sul fiume e sul parco, dotati di posti auto”.
Protesta dei cittadina davanti al cantiere
A questo punto, l’associazione “Insieme per l’Aniene Onlus” ha segnalato all’Ente Parco Roma Natura i lavori in corso.
Betoniera in transito
Va messo in evidenza che, nell’ignoranza generale, tra il fondo del Condominio e l’inizio del tratto asfaltato di via Favignana c’è l’area di proprietà privata, non ricompresa fra i fondi che sono stati fatti oggetto di esproprio nel 1960 e che è individuata dalla particella 387 del Foglio 278: per accedere al fondo del condominio e per uscire da esso sempre attraverso via Favignana, i mezzi di cantiere passano indebitamente attraverso tale proprietà privata, da cui non risulta che abbiano avuto il permesso di passaggio.
Il “Comitato di quartiere Città Giardino” ha segnalato a sua volta al Municipio III e al Comune di Roma.
Diversi cittadini e il “Comitato Parco Aniene a Città Giardino” hanno segnalato il caso agli assessori municipali e nel mese di gennaio 2018 è stata convocata la Commissione Mobilità del Municipio III: dal relativo verbale si legge che “il rappresentante dell’Ufficio Tecnico intervenuto asserisce che la documentazione dei lavori è presente” e che “la Polizia Locale dichiara di aver fatto le relative verifiche”.
Camion in transito
In considerazione della scarsa chiarezza sull’autorizzazione o meno alla realizzazione della strada, con nota prot. CD/5805 del 17 gennaio 2018 il III Municipio ha inoltrato al Dipartimento P.A.U. “richiesta di chiarimenti in merito all’autorizzazione all’esecuzione dei lavori di sistemazione della strada di accesso al condominio parziale Monte Gemma snc nell’ambito del PdC 275/2016”.
All’inizio di marzo 2018 i cittadini hanno notato che sul sentiero era in corso anche un disboscamento, uno sfoltimento della vegetazione e la posa in opera di blocchi e cementificazione del sentiero.
Quei lavori eseguiti anche in proprietà privata (o sull’area che il frazionamento del Condominio ha fatto diventare pubblica) hanno portato a ricavare un allargamento indebito del sentiero.
I lavori sono stati immediatamente segnalati alla Polizia Locale del Municipio III, all’Ente Roma Natura ed ai suoi Guardiaparco, senza ricevere però alcun riscontro.
Con nota prot. QI/45451 del 14 marzo 2018 il Dipartimento PAU ha chiarito che il titolo edilizio rilasciato autorizza solo gli interventi sul fabbricato e le relative sistemazioni nell’area di proprietà del Condominio parziale di via Monte Gemma, per cui le Particelle 707 e 709 del foglio 278 di proprietà comunale, “non essendo di proprietà del richiedente non risultano nell’oggetto di richiesta di permesso di costruire. Il titolo edilizio non prevede l’esecuzione di opere edilizie sulle stesse…”.
Il Dipartimento P.A.U. ignora che il decreto di esproprio è decaduto e che non esiste una “proprietà comunale”, che ad ogni modo riguarderebbe solo il frazionamento operato dal Condominio e non anche le altre aree fatte oggetto dell’esproprio del 1960.
Il 28 marzo 2018 è stata convocata la Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza del Comune di Roma a cui hanno partecipato privati cittadini, l’Associazione “Insieme per l’Aniene”, il “Comitato di quartiere Città Giardino” ed il “Comitato Parco Aniene a Città Giardino”: per gli uffici erano presenti l’Assessorato alla Mobilità, la Polizia Locale e l’ufficio Tecnico del Municipio III.
In quella sede la discussione è stata incentrata sulla carrabilità o meno del sentiero in questione e sulla trasformazione del sentiero in strada.
A seguito di un esposto di un privato cittadino il 17 aprile 2018 un funzionario della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma ha costatato che la strada carrabile in terra battuta tra via Favignana Piazza Monte Gemma è stata ricoperta di uno strato di ghiaia per permettere il passaggio dei mezzi pesanti necessari alla ristrutturazione del Condominio.
In data 31 maggio 2018 con prot. n. 75260 è pervenuta al III Municipio la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) munita di parere favorevole della Sovrintendenza Capitolina del 6 marzo 2017 in variante al permesso di costruire n. 275/2016 all’interno della quale è rimasta inalterata la graficizzazione della strada di accesso al lotto: vi risultano rappresentati 1 box coperto e diversi stalli per auto scoperti (perciò non erano previste modifiche sostanziali relativamente ai parcheggi).
A maggio 2018 è stata inviata al Dipartimento P.A.U. la richiesta di annullare in autotutela il permesso di costruire, sollecitata poi a giugno 2018: il Dipartimento P.A.U. non ha mai fornito riscontro.
Con nota prot. CD/104316 del 18 luglio 2018 il III Municipio ha trasmesso copia della SCIA “per ulteriori valutazioni di competenza con particolare riferimento alla strada di accesso graficizzata anche nella SCIA in Variante al PdC”.
Con nota prot. n. 2652 dello stesso 18 luglio 2018 l’Ente Roma Natura ha fatto sapere al Presidente della Commissione Trasparenza del Comune di Roma che “le part.lle n. 707 e 709 del Foglio 278 risultano di proprietà del Comune di Roma e sono esterne alla Riserva Naturale della Valle dell’Aniene”, mentre “le part.lle n. 708 e 710 di proprietà privata relative agli interventi che si stanno effettuando sul fabbricato risultano esterne al perimetro della Riserva se non per una minima porzione (20 cm.), porzione di area inferiore alle tolleranze grafiche della scala nominale della carta (area non apprezzabile, riferimenti insufficienti) ”.
Anche l’Ente ha ignorato la decadenza dell’esproprio ma si è in conclusione augurato ed ha anzi auspicato “la necessità che, specificatamente nel tratto Via Favignana-Piazza Monte Gemma, sia mantenuta una percorribilità ciclo-pedonale che permetta l’accesso e la fruizione della Riserva finora utilizzata dalla cittadinanza”.
Il 1° agosto 2018 sono stati ricevuti dal Dipartimento P.A.U., l’Associazione “Insieme per l’Aniene”, il “Comitato di quartiere Città Giardino” e il “Comitato Parco Aniene a Città Giardino” che hanno sollevato tutti i loro dubbi e preoccupazioni sul futuro del sentiero ed hanno presentato documentazione fotografica sullo stato dei luoghi prima dell’inizio del cantiere e sulle successive modifiche apportate.
La dirigente del Dipartimento P.A.U. ha chiesto quel giorno stesso un urgente sopralluogo congiunto al Municipio III, da effettuarsi entro il 9 agosto 2018.
Il sopralluogo non è stato effettuato con l’urgenza dichiarata perché risulta che il cantiere abbia chiuso per ferie il martedì del 7 agosto 2019.
A seguito degli esposti pervenuti circa il presunto transito abusivo di mezzi lungo lo stradello preesistente, con nota prot. QI/143087 dell’8 agosto 2018 sono stati richiesti chiarimenti al direttore del Dipartimento P.A.U. ed all’Ufficio PRG.
Con nota prot. QI/134415 sempre dell’8 agosto è stato chiesto al Dipartimento P.A.U. di sapere se le aree fatte oggetto dell’esproprio del 1960 potessero considerarsi ancora destinate a pubblico transito: non risulta esservi stata risposta.
Con Ordinanza n. 146 del 9 agosto 2018 della Sindaca di Roma Virginia Raggi è stato disposto con decorrenza dal 3 settembre 2018 l’incarico di direttore della Direzione Tecnica del III Municipio al dirigente tecnico arch. Patrizia Di Nola, che ha rilasciato il permesso di costruire n. 275/2016 e che è andata a sostituire il Dirigente tecnico ing. Franco Maria Rossetti perché spostato alla Direzione Tecnica del Municipio di Roma XV.
L’Arch. Patrizia Di Nola si è trovata ad essere così controllore del suo stesso operato e controllata a sua volta dalla direttrice del Dipartimento P.A.U., arch. Cinzia Esposito, che ad interim ha assunto l’incarico della U.O. Permessi di Costruire in sostituzione dell’arch. Patrizia Di Nola.
Arch. Patrizia Di Nola
In data 14 settembre 2018, a distanza di appena 11 giorni dal suo nuovo incarico, l’arch. Patrizia di Nola ha convocato un sopralluogo congiunto, per “…verificare l’esatto stato dei luoghi con specifico riguardo ad eventuali interventi di allestimento di viabilità non esistenti e mai autorizzati prima di ogni compromissione delle condizioni dell’area”.
Il sopralluogo è avvenuto il successivo 26 settembre 2018: il Dipartimento P.A.U. era assente.
Con nota prot. QI/159088 del 2 ottobre 2018 il Dipartimento P.A.U. ha restituito “per competenza la SCIA in oggetto, precisando che riguardo agli interventi di allestimento della viabilità con nota prot. QU/45451/2018 si è già comunicato che le particelle 707 e 709 risultano di proprietà di Roma Capitale e che negli elaborati allegati al PdC 275 vengono rappresentate esclusivamente al fine di evidenziare l’accesso al lotto di intervento e che il PdC non prevede e non autorizza opere su detta viabilità”.
Il Dipartimento P.A.U. non solo continua ad ignorare la decadenza dell’esproprio per legittimare anche il permesso di costruire, ma non tiene conto che la proprietà del Condominio rimane un fondo intercluso per raggiunger il quale bisognerebbe realizzare una strada asfaltata che attraversi anche la particella 387 del Foglio 278 che non è stata nemmeno fatta oggetto dell’esproprio del 1960.
Il 10 ottobre 2018 viene convocata la Commissione Ambiente del III Municipio ed anche in questa circostanza sia il Dipartimento P.A.U. che il Dipartimento Patrimonio sono risultati assenti: il Dipartimento P.A.U. non ha risposto nemmeno al sollecito fatto dal III Municipio con nota prot. n. CD/147964 del 10 ottobre 2018 di rispondere a quanto richiesto con la nota dell’8 agosto 2018
Il 18 ottobre 2018 il Consiglio del III Municipio ha approvato all’unanimità la risoluzione n. 11, recependo un atto della Commissione Ambiente con cui ha risolto:
“– di valutare di pubblico interesse l’uso ciclopedonale esclusivo del tratto tra via Favignana e Piazza Monte Gemma in relazione all’accesso alla riserva naturale Valle dell’Aniene;
– di voler destinare il predetto tratto a percorribilità ciclo-pedonale salva la possibilità di accesso di mezzi di soccorso;
– di trasmettere la presente Deliberazione agli Organi e uffici capitolini e municipali competenti in materia;
– di dare mandato alla Direzione del Municipio III di avviare le necessarie procedure presso i Dipartimenti competenti in materia finalizzate a quanto deliberato nei punti precedenti;
– e inoltre impegna il presidente del Municipio III a eseguire tutte le azioni possibili e necessarie affinché venga ripristinato lo stato dei luoghi alterato dal cantiere”.
La suddetta deliberazione del Consiglio del III Municipio costituisce in sostanza una implicita bocciatura del permesso di costruire n. 275/2016.
Con nota prot. n. 165461 del 19 novembre 2018 l’arch. Patrizia Di Nola ha trasmesso al Condominio parziale di via Monte Gemma snc una “precisazione in merito alla strada di accesso all’immobile” in cui dichiara fra l’altro che “nell’elaborato grafico prot. 208541 del 21/12/2015 allegato al PdC 215/2016 la strada di accesso al fabbricato viene identificata con le particelle 387 e 707”, ricostruisce i diversi atti prodotti ed afferma che “in base alle risultanze sopra esposte si torna a rappresentare che il PdC e la successiva SCIA non autorizzano in nessun modo opere finalizzate alla realizzazione e/o sistemazione della strada di accesso al cantiere di cui al PdC 275/2016, né tali opere possono ritenersi a scomputo”.
Con riferimento espresso alla risoluzione n. 11/2018 del Consiglio Municipale arriva alla seguente conclusione: “Di conseguenza a tutt’oggi non può essere garantito l’accesso carrabile all’edifico oggetto di PdC 275/2016 e conseguentemente ai posti auto e box presenti nel progetto”.
L’arch. Patrizia Di Nola ha di fatto attestato che non può essere attuato il permesso di costruire da lei stessa rilasciato: si tratta di una conclusione a cui sarebbe dovuta arrivare prima, in fase di istruttoria del progetto del Condominio parziale di via Monte Gemma snc, arrivando ad accertare soprattutto che il decreto di esproprio del 1960 era decaduto.
Con nota CD/177137 del 12 dicembre 2018 l’arch. Patrizia di Nola ha sollecitato nuovamente il Dipartimento Patrimonio a dare riscontro alle richieste più volte inviate, evidenziando come “il tema, per il contesto procedurale in cui si è svolto e per la complessità dei riflessi che il fabbricato comporta sulle aree adiacenti, necessita e merita opportuni chiarimenti ed approfondimenti volti a risolvere, nell’interesse della collettività, il tema connesso al corretto uso della viabilità indicata nel PRG secondo i conseguenti caratteri tipologici sia in forma provvisoria sia in forma definitiva”: anche a questo sollecito non è stata data risposta alcuna.
Anche la VI Commissione Consiliare Ambiente con nota CD/5245 del 14 gennaio 2019 ha sollecitato il direttore del Dipartimento Patrimonio a dare riscontro alle richieste presentare dagli uffici.
Con nota QC/3175 del 29 gennaio 2019 il Dipartimento Patrimonio, in risposta al sollecito della VI Commissione Ambiente, ha comunicato che non avrebbe potuto partecipare alla riunione della VI Commissione Ambiente del 30 gennaio 2019, ma ha dichiarato che non è mai stata concessa autorizzazione al transito sulle particelle 707 e 709 del foglio 278, né tanto meno concessa una servitù di passaggio.
Da notare che il Dipartimento Patrimonio, già chiamato in causa dalla Commissione Trasparenza Capitolina fin dal marzo 2018, aveva già fornito nel mese di luglio 2018 alcune risposte sul sentiero, omettendo però questo ultimo e sostanziale documento.
Il Dipartimento Patrimonio continua ad ogni modo ad ignorare pervicacemente che il decreto di esproprio è decaduto e non vi è stata data comunque esecuzione.
Nel frattempo il 28 e 29 gennaio 2019 è stato compiuto lo sventramento del secondo tratto del sentiero che va dal cantiere del Condominio a Piazza Monte Gemma, per opera di una ditta appaltatrice di ACEA, al fine di realizzare il prolungamento delle condotta idrica fino al cantiere, che evidentemente ne era sprovvisto.
Con nota CD/13979 del 30 gennaio 2019 la Commissione Ambiente del III Municipio ha chiesto “ai Vostri uffici una revisione della pratica e di intervenire con urgenza per quanto di Vostra competenza”.
Alla luce di questo nuovo documento, con nota CD/15393 del 1 febbraio 2019 l’arch. Patrizia di Nola ha risposto al Difensore Civico della Regione Lazio che glielo aveva richiesto ed ha ripercorso le fasi cronologiche del procedimento, arrivando a giustificare il suo rilascio del permesso di costruire nel seguente modo: “Durante l’istruttoria tecnica il responsabile del procedimento pose la problematica relativa all’accessibilità all’immobile; i richiedenti depositarono una nota ricevuta dalla Direzione Patrimonio in risposta ad una loro precedente richiesta; detta nota venne interpretata nel senso di intendere garantito l’accesso all’area in ragione di una presunta possibilità di transito sull’area pubblica destinata in origine alla viabilità”.
Il responsabile dell’istruttoria del progetto doveva sapere che il decreto di esproprio del 1960 era decaduto, ma anche l’arch. Patrizia di Nola era tenuta a saperlo prima di rilasciare il permesso di costruire.
Alla fine, in considerazione della documentazione ricevuta, arriva ad ogni modo alla seguente conclusione: “Poiché il Dipartimento Patrimonio ha definitivamente chiarito che il condominio non risulta autorizzato all’uso di detto stradello (parte pubblica) né all’istituzione di apposita servitù per l’uso dello stesso, questa direzione, unitamente al locale Comando di polizia municipale, sta organizzando le operazioni volte ad istituire il divieto di transito lungo tale stradello di proprietà comunale; provvederà inoltre a richiedere al Dipartimento P.A.U., Direzione Edilizia, che proceda alle rettifiche necessarie circa la parte del progetto edilizio autorizzato che riguarda la previsione di stalli auto all’aperto e box auto, non essendo evidentemente possibile a tutt’oggi il transito carrabile lungo lo stradello di PRG al fine di raggiungere l’area di proprietà del condominio titolare del permesso di costruire”.
Con il suddetto documento l’arch. Patrizia di Nola è arrivata a chiedere al Dipartimento P.A.U. una revisione progettuale del permesso di costruire 275/216 da lei stessa rilasciato.
Il 2 febbraio 2019 l’associazione “Insieme per l’Aniene Onlus” ha promosso una manifestazione in piazza Sempione, davanti al Municipio III.
Il successivo 17 febbraio tanti cittadini di Montesacro e molte associazioni ambientaliste romane hanno organizzato una passeggiata nel verde contro la cementificazione di un sentiero che attraversa uno dei parchi più belli dentro la città di Roma.
“Molti cittadini di Montesacro – si legge in una nota di Cgil Roma est Rieti e Valle dell’Aniene, Circolo Legambiente Aniene, Comitato di quartiere Città giardino, FederTrek, Insieme per l’Aniene onlus, Inspire, Organizzazione Alfa e Sentiero Verde – hanno partecipato alla passeggiata nella riserva naturale della Valle dell’Aniene, organizzata da Circolo Legambiente Aniene, Comitato di quartiere città giardino, Insieme per l’Aniene onlus e Sentiero Verde per chiedere che il sentiero ciclo pedonale di via Favignana venga salvaguardato dalla trasformazione in strada carrabile attraversata dalle auto”.
“Grazie all’intervento del Municipio III e alle iniziative dei cittadini è emerso che il Pdc (Permesso di costruire) e la successiva Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) non autorizzerebbero in nessun modo opere finalizzate alla realizzazione o sistemazione della strada di accesso al cantiere e di conseguenza non sarebbe garantito l’accesso carrabile all’edificio.
I cittadini chiedono con forza che il Comune e le Autorità adottino tutti i provvedimenti necessari alla tutela del sentiero”, conclude la nota.
Con nota prot. QI/26860 del 14 febbraio 2019 la direttrice del Dipartimento P.A.U. Cinzia Esposito ha risposto a tutte le note che le sono state trasmesse: ha ribadito la regolarità del permesso di costruire n. 275/2016 in quanto non afferisce ad opere esterne all’area di proprietà privata ed ha affermato in conclusione che “qualora fossero in corso lavori esterni al perimetro di intervento privi delle necessarie autorizzazioni amministrative, o all’interno del perimetro ma difformi dal Permesso di Costruire 275/2016 rilasciato, la Direzione Tecnica Municipale … ha l’obbligo di procedere con la predisposizione di tutti i provvedimenti di disciplina edilizia”.
Il 18 febbraio 2019 un privato cittadino ha trasmesso alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e del Paesaggio Roma ed alla Procura della Repubblica un “Esposto denuncia per danneggiamento sentiero ciclo pedonale della riserva naturale dell’Aniene nel tratto in sterrata da Via Favignana a Piazza Monte Gemma- Monte Sacro Roma”, in cui fa presnete che “il sentiero infatti si trova ben entro i 150 metri dalle sponde del fiume Aniene e quindi è parte integrante dell’area vincolata ai sensi dell’art. 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, considerata quindi bene paesaggistico. Il sottoscritto inoltre evidenzia che il III Municipio della Capitale, competente per territorio, ha riconfermato, nelle vie brevi, che non è consentito il transito di veicoli sul sentiero in argomento poiché non carrabile”.
Il procedimento penale che ne è scaturito è stato assegnato al Pubblico Ministero dott. Gennaro Varone.
Il 1 marzo 2019 è stata emessa la Determinazione Dirigenziale CD/435/2019 per ”interventi di ripristino del sentiero costituito dal proseguimento di Via Favignana ed integrazione segnaletica ai fini della sicurezza” con cui l’arch. Patrizia Di Nola ha disposto:
- di disporre la rimessa in pristino del sentiero costituito dal proseguimento di via Favignana, attraverso la riapposizione dei paletti che in origine ne delimitavano la sezione;
- di autorizzare l’installazione di apposita segnaletica provvisoria indicante il limite di proprietà comunale dell’area e l’interdizione alla circolazione veicolare della stessa;
- di notificare la presente determinazione al condominio parziale di via Monte Gemma in qualità di soggetto titolare del PdC n. 275/2016, al fine di interrompere l’utilizzo carrabile non autorizzato che lo stesso sta esercitando;
- di inviare copia della presente determinazione al Comando della Polizia locale, III Gruppo Nomentano, al fine dell’emanazione della relativa disciplina provvisoria di traffico per le parti necessarie;
- di inviare copia della presente determinazione dirigenziale al Dipartimento Patrimonio e al dipartimento PAU per i successivi adempimenti di e chiarimenti;
- di inoltrare copia della presente determinazione – ai fini della conoscenza – al Difensore Civico presso il Consiglio Regionale del Lazio”.
Successivamente all’emanazione della suddetta Determinazione, il Condominio parziale di via Monte Gemma snc ha recintato l’area di proprietà lasciando uno stretto passaggio (circa 70 cm), impedendo di fatto la fruizione del sentiero in sicurezza.
Il 7 marzo 2019 sul sito online www.greenreport.it è stato pubblicato un articolo dal titolo “Valle dell’Aniene: il Municipio III di Roma conferma che il sentiero non è carrabile”: il giorno dopo è stato pubblicato anche sul sito www.vasroma.it (http://www.vasroma.it/valle-dellaniene-il-municipio-iii-di-roma-conferma-che-il-sentiero-non-e-carrabile/).
Lo stesso giorno TG3 del Lazio ha dedicato un filmato al caso
(https://www.youtube.com/watch?v=p3_CuHcuLPg)
In data 11 marzo 2019 sul quotidiano online “Roma Today” è stato pubblicato un articolo dal titolo “In via Favignana il sentiero che rischia di scomparire: il Municipio ordina paletti e niente auto” che riporta il testo della seguente lettera scritta dal Presidente del III Municipio Giovanni Caudo e dalla Presidente della Commissione Ambiente Simona Sortino: “Il sentiero di via Favignana non è carrabile.
Il Municipio III Montesacro ribadisce quanto già comunicato il 19 novembre 2018, che l’accesso carrabile all’edificio oggetto del Permesso di Costruire rilasciato dal dipartimento PAU di Roma Capitale nel 2016 per la ristrutturazione edilizia dell’immobile del subcondominio di via Monte Gemma e che prevede oltre alle abitazioni anche posti auto e garage non può essere garantito.
Di conseguenza si ribadisce, a garanzia di tutti gli interessi, la necessità che il dipartimento PAU di Roma Capitale chiarisca in via definitiva su quale presupposto si basa il rilascio del PdC dato che non ci sono altri accessi carrabili all’immobile“.
Il 21 marzo 2019, sempre sul quotidiano online “Roma Today”, è stato pubblicato un articolo dal titolo “Via Favignana, il condominio tende mano alla protesta: ‘Nel sentiero corsia ciclopedonale’”: fa sapere che il Condominio parziale di via Monte Gemma snc si è scagliato contro la Determinazione Dirigenziale che ha già annunciato di voler impugnare nelle opportune sedi giudiziali “per contraddittorietà, illogicità e (da un punto di vista penale) per abuso di atti d’ufficio“.
Secondo il Condominio “in via Favignana non c’è mai stato nessun ‘sentiero da salvare’ se non nelle mistificazioni di chi si è posto a capo della incomprensibile guerra che da più di un anno viene condotta nei confronti di un progetto di recupero urbanistico di un’area fortemente degradata posta al confine ma fuori dal Parco Riserva dell’Aniene, sorretto da un legittimo permesso di costruire che ha portato a sanare una zona derelitta, terra di conquista per scaricatori di immondizia e allevamento di topi“.
L’articolo dà notizia delle intenzioni del condominio, che a tal proposito ha formulato un’offerta al Municipio III, che sarebbe quella di provvedere a propria cura e spese alla realizzazione di una corsia di almeno 1,50 cm da dedicare al transito ciclopedonale “da ricavare sia nel tratto di pubblica strada, non più di 30 metri) che conduce da via Favignana alla propria proprietà privata sia a carico di tale ultima area antistante il condominio“.
“A tale proposta – ha sottolineato il Condominio – non è mai stata data risposta“.
“I lavori in corso sono stati verificati in tutti i modi possibili da tutte le autorità preposte al controllo ed il Condominio – ha proseguito il Condominio di via Monte Gemma snc – ha sempre offerto la massima disponibilità a trovare una soluzione condivisa e nel rispetto della legge e del proprio diritto ad avere un accesso carrabile al proprio fondo intercluso“.
Come preannunciato il Condominio parziale di via Monte Gemma snc ha poi impugnato la Determinazione Dirigenziale del’arch. Patrizia Di Nola con un ricorso al TAR del Lazio n. 4368 depositato il 4 aprile 2019: con sentenza n. 5992 pubblicata il 14 maggio 2019 la Sezione Seconda del TAR del Lazio ha accolto il ricorso ed ha pertanto annullato la Determinazione Dirigenziale CD/435/2019, ritenendo che “il provvedimento gravato sia illegittimo e debba essere annullato e conseguentemente l’Amministrazione debba rimuovere gli ostacoli materiali al passaggio carrabile nelle particelle suindicate”.
Con nota prot. n. 77726 del 23 maggio 2019 l’arch. Patrizia Di Nola ha fatto riferimento lla sentenza del TAR per ribadire che “il transito è al momento privo di ogni autorizzazione da parte del competente Dipartimento” per cui le attività “continueranno a totale rischio dell’appaltante”.
Nel frattempo le opere di danneggiamento al territorio ed alla riserva sono continuate come è rilevabile dai diversi sopralluoghi dei Carabinieri Ambientali e dalla documentazione raccolta.
Il 23 maggio 2019 sul quotidiano online “Roma Today” è stato pubblicato un articolo dal titolo “Via Favignana, il ‘sentiero da salvare’ arriva a Piazza Sempione: c’è l’incontro pubblico”: annuncia l’incontro che alle ore 20,30 di quello stesso giorno ha indetto il Presidente del III Municipio Giovanni Caudo.
L’articolo ribadisce anche la notizia della volontà del Condominio parziale di via Monte Gemma snc. di tendere la mano, realizzando a sue spese una corsia di almeno 1,50 metri da dedicare al transito ciclopedonale.
“Se è tutto regolare, ce ne faremo una ragione anche se è assurdo vedere un bene ambientale di tutti sacrificato così.
Se qualcuno avesse però sbagliato o se fossero state commesse irregolarità, allora è doveroso far emergere tutte le eventuali responsabilità“ – hanno fatto sapere dal “Comitato di quartiere Città Giardino”.
Il 5 luglio 2019 è stato integrato l’esposto–denuncia che aveva fatto il privato cittadino il 28 febbraio 2019.
Il 24 luglio 2019 è stato depositato il ricorso al Consiglio di Stato n. 6378 avverso la sentenza semplificata del TAR, avente per oggetto “interventi di ripristino del sentiero costituito dal proseguimento di via favignana ed integrazione segnaletica ai fini della sicurezza”.
Con nota prot. n. 28972 del 2 agosto 2019 la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio Roma ha dato seguito all’esposto-denuncia facendo sapere fra l’altro che, oltre al vin colo “Galasso” relativo alla fascia di rispetto di 150 metri della sponda destra del fiume Aniene, ci sono ambiti di interesse archeologico già individuati “Bassa Valle dell’Aniene” e che “non sono stati rinvenuti procedimenti di natura paesaggistica relativi all’area interessata (via Favignana e piazza Monte gemma) né relativi al condominio di via Cimone 93”.
Così come formulata, la risposta lascerebbe intendere che non è stata richiesta né rilasciata una autorizzazione paesaggistica riguardo al progetto del Condominio parziale di via Monte Gemma snc, attestando i tal caso il vizio di legittimità del permesso di costruire n. 275/2016.
L’11 ottobre 2019 sul sito online www.greenreport.it è stato pubblicato un articolo dal titolo “Roma: un sentiero ciclopedonale ai confini della Riserva naturale dell’Aniene trasformato in strada carrabile”: pubblica un comunicato della associazione “Insieme per l’Aniene Onlus”, che il giorno dopo è stato pubblicato anche sul sito www.vasroma.it (http://www.vasroma.it/roma-un-sentiero-ciclopedonale-ai-confini-della-riserva-naturale-dellaniene-trasformato-in-strada-carrabile/).
Sulla vicenda del sentiero di via Favignana sono stati pubblicati molti articoli da parte delle più svariate testate sia locali che nazionali: la Repubblica Roma (3 febbraio 2019), CGIL Roma (11 febbraio 2019), Il Dubbio (18 febbraio 2019), Corriere Città (20 febbraio 2019), Abitare a Roma (20 febbraio 2019), TG – Roma Talenti (1 marzo 2019) Roma e Dintorni (21 marzo 2019), Prima Pagina News (28 marzo 2019)
Della vicenda si è interessata anche “Rete Sole” con il seguente video del 21 febbraio 2019.
https://www.youtube.com/watch?v=ZpRfZAApg8E
Per i diversi risvolti non solo di carattere amministrativo, che hanno riguardato la legittimità dell’intero procedimento, questa controversa storia non finisce sicuramente qui.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
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