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La brutta fine che vuol far fare alla riforma dei cartelloni pubblicitari l’attuale maggioranza al governo della città di Roma

6 Febbraio 2023
in AFFISSIONI E PUBBLICITA' DEL COMUNE DI ROMA, ARCHIVI, ATTIVITA' DELL'ASSOCIAZIONE, beni culturali, beni paesaggistici, cartellopoli, Comune di Roma, GOVERNO DEL TERRITORIO, IMPIANTI PUBBLICITARI A ROMA, NEWS, piani territoriali, Piano Regolatore degli Impianti e dei Mezzi Pubblicitari (P.R.I.P.), Servizio di bike sharing
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La battaglia per la riforma dei cartelloni pubblicitari è iniziata ufficialmente il 27 aprile del 2010 con il deposito del testo della proposta di delibera di iniziativa popolare per la modifica del Regolamento di Pubblicità (deliberazione consiliare n. 37 del 30 marzo 2009 approvata quando era Sindaco Gianni Alemanno): a corredo della proposta sono state depositate più di 10.000  firme, raccolte dalle associazioni promotrici “VAS Roma” e “Basta Cartelloni”.

La proposta è stata sostanzialmente elusa con l’approvazione di una serie di inutili mozioni ed ordini del giorno: ma le associazioni promotrici hanno continuato la battaglia sotto il Sindaco Ignazio Marino e grazie alla condivisione degli intenti da parte dell’allora Assessore alle Attività Produttive Marta Leonori sono riuscite ad ottenere l’approvazione da parte dell’Assemblea Capitolina sia del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (P.R.I.P.) (deliberazione n. 49 del 30 luglio 2014) che del nuovo Regolamento di Pubblicità  (deliberazione n. 50 del 30 luglio 2014).

Estratto della Tavola 1.07 del P.R.I.P.

Il comma 9 dell’art. 34 del nuovo Regolamento di Pubblicità  ha stabilito che «gli impianti riconducibili alla procedura di riordino, già riconosciuti come validi nella Nuova Banca Dati, permangono sul territorio, nel rispetto del presente Regolamento fino al 31 dicembre 2014, senza possibilità di rinnovo o rilascio di nuove autorizzazioni, e comunque non oltre l’esito delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione».

La suddetta disposizione è stata emanata sul presupposto che di lì a due anni al massimo di distanza sarebbero stati portati a compimento tutti i bandi di gara, con l’aggiudicazione dei nuovi titoli e la contestuale rimozione di tutti gli impianti installati a Roma, che invece a tutt’oggi – vale a dire a più di 8 anni e mezzo di distanza – sono ancora in piedi.

Contestualmente alla deliberazione n. 325 del 13 ottobre 2015, con cui la Giunta Capitolina ha adottato il P.R.I.P., è stata dettata la seguente disposizione: «che gli impianti già inseriti nella Nuova Banca Dati permangono nell’ubicazione in cui si trovano alla data del presente provvedimento e si procede alla loro ricollocazione soltanto per contrasto al Codice della Strada, per lavori pubblici e per contrasto alla disciplina di tutela paesaggistica-architettonica-archeologica-ambientale come risultante dalla deliberazione Assemblea Capitolina n. 49/2014, su diffida dell’Ente tutore, escludendo spostamenti su iniziativa delle Società».

Per i parchi regionali di Veio e dell’Appia Antica i rispettivi Enti di gestione hanno provveduto a far rimuovere tutti gli impianti pubblicitari installati sia dentro che sui confini delle rispettive aree naturali protette: altrettanto non si può dire per il sistema di parchi e riserve naturali  gestito da Roma Natura, sui cui confini a tutt’oggi risultano installati diversi impianti.

Cartellone pubblicitario al confine del Parco Regionale Urbano del Pineto

Quanto agli impianti in violazione palese del codice della Strada il Ministero dei Trasporti non ha mai provveduto a diffidare il Comune di Roma, malgrado i diversi morti provocati da cartelloni pubblicitari illeciti, consentendo in tal modo la permanenza sul territorio di una marea di impianti pubblicitari installati anche in curva o sugli spartitraffico centrali, a rischio comunque dell’incolumità dei cittadini e delle stesse auto.

Cartelloni pubblicitari in via Cassia all’altezza della Giustiniana

 Con le due suddette deliberazioni  si è chiusa la 1° fase della riforma dei cartelloni pubblicitari.

Secondo la rispettiva normativa tecnica (art. 28) il P.R.I.P. si attua tramite i Piani di Localizzazione, che «devono individuare sul territorio il numero, la posizione esatta e le dimensioni di ogni  impianto, nel rispetto di quanto previsto dal Piano Regolatore in merito agli indici di affollamento e al dimensionamento degli ambiti territoriali e nei limiti di quanto previsto dalle norme del Codice della Strada» (pag. 46 della Relazione).

Il comma 1-bis dell’art. 19 del nuovo Regolamento di Pubblicità stabilisce che i Piani di Localizzazione vanno redatti secondo i criteri dettati al successivo art. 20.

Il 4° comma del medesimo art. 19 dispone che oltre ai Piani di Localizzazione con intervento diretto da parte di privati  può essere presentato «un Piano di Localizzazione per singole strade comunali correnti in territorio non urbanizzato»: come si dirà più avanti, di questa disposizione si avvarranno le ditte pubblicitarie quando dal 26 gennaio 2021 assessore alle Attività Produttive è stato nominato Andrea Coia.

Il comma 2 sempre dell’art. 19 ha disposto che «i piani di localizzazione sono approvati dalla Giunta capitolina, sentito il parere dei Municipi».

Con deliberazione della Giunta Capitolina n. 380 del 30 dicembre 2014 è stata affidata alla S.p.A. “Aequa Roma“ la redazione dei Piani di Localizzazione dei mezzi e degli impianti pubblicitari, tenuto conto di aver già affidato alla medesima Società la redazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, allo scopo di assicurazione omogeneità e continuità alla prestazione professionale e tenuto conto dell’importo richiesto: con la stessa deliberazione sono stati indicati alcuni criteri per la redazione dei predetti Piani di Localizzazione dei mezzi e degli impianti pubblicitari, specificando le tipologie di impianti ed i relativi “circuiti” da ricomprendere nei lotti di gara.

La loro materiale adozione è avvenuta con deliberazione della Giunta Capitolina n. 325 del 13 ottobre 2015, approvata appena 18 giorni prima che il Sindaco Marino venisse sfiduciato dalla sua stessa maggioranza: c’è stata quindi la pubblicazione dei Piani di Localizzazione, con la successiva presentazione delle osservazioni da parte di tutti i soggetti interessati e gli incontri svolti in ognuno dei 15 Municipi quando il Prefetto Francesco Paolo Tronca è stato nominato Commissario Straordinario di Roma dal 1 novembre 2015 al 22 giugno 2016, data di inizio del mandato del Sindaco Virginia Raggi, che ha però bloccato il procedimento e ritardato l’approvazione definitiva dei Piani di Localizzazione per un anno e 4 mesi circa.

Solo dopo l’ultimatum imposto dall’Assemblea Capitolina con deliberazione n. 38 del 31 luglio 2017, la Giunta Capitolina ha controdedotto alle osservazioni presentate ed ha approvato definitivamente i Piani di Localizzazione con deliberazione n. 243 del 13 novembre 2017.

Esempio degli impianti individuati nel 1° Municipio di Roma

 Con il suddetto atto si è chiusa la 2° fase della riforma dei cartelloni pubblicitari.

La 3° e conclusiva fase consiste nel costruire i lotti di gara per assegnare i titoli di durata decennale da rilasciare per ogni impianto da installare nelle posizioni individuate dai Piani di Localizzazione definitivamente approvati.

Al riguardo il comma 1-bis dell’art. 7 del nuovo Regolamento di Pubblicità ha stabilito infatti che  «il territorio capitolino viene suddiviso in massimo dieci lotti che ricomprendono impianti ricadenti proporzionalmente in tutti i Municipi, a garanzia di un’omogeneità economica complessiva».

Il successivo 2° comma dell’art. 7 dispone a sua volta che «Roma Capitale procede al rilascio delle autorizzazioni previa gara pubblica per ognuno dei lotti».

Dal 13 novembre 2017 (data di approvazione dei Piani di Localizzazione) al 21 ottobre 2021 (data di fine mandato di Virginia Raggi) sono passati quindi quasi 4 anni senza che si sia proceduto a chiudere la 3° fase della riforma dei cartelloni pubblicitari.

In questo frattempo è subentrata la legge n. 160/2019 (legge di bilancio per il 2020) che ha introdotto un nuovo regime impositivo, sostituendo il Canone Iniziative Pubblicitarie (C.I.P.) con  il Canone Unico Patrimoniale (C.U.P.), che «riunisce in una sola forma di prelievo le entrate relative alla occupazione di aree pubbliche e la diffusione di messaggi pubblicitari».

La legge di bilancio ha anche abolito le pubbliche affissioni a partire dal 1 gennaio del 2021: conseguentemente bisogna  assegnare ad altro circuito le complessive 2.695 postazioni destinate alla PP.AA. dai Piani di Localizzazione.

Con deliberazione n. 141 del 15 dicembre 2020 l’Assemblea Capitolina  ha provveduto ad integrare e modificare il Regolamento di Pubblicità «introducendo disposizioni in grado di assicurare il passaggio dalla vecchia alla nuova normativa in tema di entrate locali», a partire dal 1 gennaio 2021.

Con deliberazione della Giunta Capitolina n. 52 del 16 marzo 2021 e successiva deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 25 del 7 aprile 2021 sono state approvate fra l’altro anche le tariffe del C.U.P. per l’anno 2021.

Quando assessore alle Attività Produttive è diventato Andrea Coia, con un avviso pubblico del 17 giugno 2021 è stato dato avvio al procedimento per il rilascio di autorizzazioni ad installare mezzi privati per l’esposizione pubblicitaria su beni privati o di proprietà non comunale ai sensi dell’art. 8 della Deliberazione Assemblea Capitolina n. 141 del 15 dicembre 2020: non riguarda quindi specificatamente i Piani di Localizzazione che hanno individuato le postazioni esclusivamente su suolo pubblico.

La gara su suolo pubblico ha fatto seguito invece ad un avviso pubblico del 22 luglio 2021, con cui sono stati messi a gara 19 siti non urbanizzati individuati su suolo pubblico da 53 allegati, dove si consente a coloro che si aggiudicheranno il bando di installare 145 ulteriori impianti pubblicitari, di cui 127 di metri 3,00 x 2,00 e 18 di metri 1,40 x 2,00, per una superficie complessiva di 896,4 mq., che vanno ad aggiungersi ai 15.019 impianti pubblicitari ed alla superficie complessiva di 61.349,6 mq. individuata dai Piani di Localizzazione degli impianti pubblicitari approvati dalla Giunta Capitolina con deliberazione n. 243 del 13 novembre 2017.

Va messo in evidenza al riguardo che, in termini di “giungla dei cartelloni”, i 19 tratti di strada non urbanizzata in cui si è deciso di far installare gli ulteriori 145 impianti sono per lo più pieni di cartelloni pubblicitari che i Piani di Localizzazione non prevedono: a titolo di esempio si riporta di seguito il tratto di via di Acilia su cui il bando prevede 6 cartelloni di mt. 6 x 3 ma su cui risultano ad oggi già istallati una diecina di impianti pubblicitari.

Via di Acilia nel Piano di Localizzazione

In tal modo non solo si aumenta ancor di più la “giungla”, ma si apre – come si è aperto – un sicuro contenzioso con le ditte titolari degli impianti esistenti che in base al comma 9 dell’art. 34 del vigente Regolamento di Pubblicità possono rimanere sul territorio “comunque non oltre l’esito delle procedure di gara conseguenti alla redazione dei piani di localizzazione”.

Il 21 ottobre 2021 è entrato in carica il Sindaco Roberto Gualtieri: sotto il suo mandato con la deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 7 del 16 febbraio 2022, confermata in bilancio dalla successiva deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 9 del 2 marzo 2022, sono state poi confermate le stesse tariffe del C.U.P. anche per l’anno 2022.

Le deliberazioni di Giunta n. 52/201 e di Assemblea Capitolina n. 25/2021 sono state impugnate al TAR con il ricorso n. 6230 del 2021 presentato dalla S.r.l. “Vivenda”, che è stato accolto dalla Sezione Seconda con sentenza n. 3248 del 21 marzo 2022, impugnata dal Comune presso il Consiglio di Stato.

Facendo leva sul suddetto ricorso, il 12 maggio 2022 è stato depositato il ricorso ordinario NRG 5229 (tuttora in corso) con cui la Confederazione delle Imprese Pubblicitarie Romane Associate (I.R.P.A.) ed una trentina di ditte pubblicitarie da essa rappresentate hanno chiesto l’annullamento della “DISCIPLINA GENERALE DELLE TARIFFE DEL CANONE PER LA DIFFUSIONE DI MESSAGGI PUBBLICITARI” decisa con la deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 7 del 16 febbraio 2022 e confermata nel bilancio del 2022 dalla successiva deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 9 del 2 marzo 2022.

Dall’inizio del mandato dell’attuale Sindaco Roberto Gualtieri ad oggi, ad un anno quindi e tre mesi circa, non si è ancora proceduto ad indire i bandi di gara, malgrado i ripetuti solleciti inoltrati dalle associazioni “VAS Roma” e “Basta Cartelloni”: ne deriva che, a distanza ormai di quasi 13 anni complessivi dall’inizio della battaglia per la riforma dei cartelloni pubblicitari, in forza del suddetto comma 9 dell’art. 34 del Regolamento di Pubblicità, sul territorio di Roma continuano ancora a rimanere installati (pur con l’autorizzazione scaduta alla data del 31 dicembre 2014) i circa 28.000 impianti pubblicitari (per una superficie espositiva complessiva di oltre 166.000 mq) censiti nella Nuova Banca Dati (NBD) del Comune alla data di novembre del 2017, ai quali si sono aggiunti ulteriori cartelloni pubblicitari abusivi stimolati proprio dalla inerzia dell’Amministrazione Capitolina, che ha fatto rinascere il triste fenomeno definito “cartellopoli”.

Va messo in evidenza che quasi 20.000 dei 28.000 impianti (oltre il 70%) sono su suolo pubblico e corrispondenti ad una superficie di 119.500 mq.: nel rispetto della legge statale il 20% dei 138.000 mq. (pari a 27.600 mq) è invece su proprietà privata, equamente ripartita fra impianti su strada e impianti nei mercati rionali rispettivamente con 13.800 mq di superficie espositiva ciascuno. 

Per un opportuno confronto, finalizzato a mettere in risalto il mancato decoro della città (con  numerosi cartelloni in palese violazione del Codice della Strada), è bene sapere che i Piani di Localizzazione prevedono l’installazione definitiva sul territorio di circa 15.000 impianti (45% in meno degli attuali 28.000) per una superficie complessiva di 61.000 mq. circa (63% circa in meno di quella esistente di 166.000). 

A fronte dell’inerzia anche dell’attuale maggioranza al governo della città di Roma, in data 12 aprile 2022 il consigliere di opposizione Francesco Carpano ha presentato una interrogazione a risposta scritta sulla attuazione della riforma dei cartelloni pubblicitari che è stata inoltrata al Sindaco ed agli assessori competenti (vale a dire alle Attività Produttive ed alla Mobilità).

A rispondergli al posto degli assessori ed a quasi due mesi di distanza sono stati il Direttore della Direzione S.U.A.P., Tonino Egiddi, che con nota prot. n. QH/2022/0034255 del 1 giugno 2022 ha ricordato il C.U.P. e la sentenza del TAR Lazio per arrivare alla conclusione del tutto impropria che «in questo quadro occorrerà valutare la fattibilità giuridica del collegamento fra impianti e bike sharing e relativo canone di concessione (collegamento su cui è basato l’attuale Regolamento sulla pubblicità) e che oggi non appare più possibile alla luce dell’art. 1, comma 816 legge n. 160/2019».

Il direttore Tonino Egiddi ha fatto sapere che la suddetta sentenza del TAR è stata impugnata al Consiglio di Stato e che il ricorso è tuttora pendente ed ha concluso affermando che «alla luce di queste considerazioni, non appare possibile avviare atti di gara sulla base di atti normativi oggetto di impugnative e tutt’oggi sub giudice».

Dal canto suo il direttore della Direzione P.A.P.M.S. del Dipartimento Mobilità Sostenibile e Trasporti, ing. Fabio Stefano Pellegrini, con nota prot. QG/2022/0021510 del 14 giugno 2022 ha specificato con una inammissibile ignoranza che «a seguito della messa a bando degli spazi pubblicitari, non è automatica l’estensione del servizio di sharing a tutto il territorio urbano; infatti la copertura territoriale è strettamente derivante al controvalore economico della pubblicità “concessa”, generalmente in costante riduzione al crescere della distanza dal centro urbano»: è così arrivato alla conclusione che «pertanto, solo quando verrà garantita all’Amministrazione la piena attuazione del PRIP deliberato, gli uffici del Dipartimento Mobilità Sostenibile e Trasporti potranno tempestivamente individuare ed approvare le relative postazioni di sosta e redigere il bando pubblico per l’affidamento del servizio di bike sharing di bicicletta a pedalata assistita a postazione fissa».

L’ing. Fabio Stefano Pellegrini sembra ignorare che la «piena attuazione del PRIP deliberato» è stata già garantita da ben 5 anni con l’approvazione definitiva dei Piani di Localizzazione degli Impianti Pubblicitari avvenuta con la deliberazione della Giunta Capitolina n. 243 del 13 novembre 2017, per cui fin da allora avrebbero dovuto essere individuate ed approvate le ciclostazioni, non necessariamente a postazione fissa e non esclusivamente per biciclette a pedalata assistita, propedeutiche alla redazione dei bandi pubblici di gara.

L’interrogazione presentata dal consigliere Carpano ha rivelato i primi sintomi di una tendenziale inversione di marcia da parte degli assessorati competenti.

Ma a funzionare da vera e propria cartina di tornasole sulle reali intenzioni di questa maggioranza al governo della città di Roma è stato il procedimento innescato dalla proposta di deliberazione di iniziativa consiliare sui “Termini per l’attuazione dei Piani di Localizzazione dei mezzi e degli impianti pubblicitari”, che il 3 maggio 2022 è stata presentata dai consiglieri Francesco Carpano, Flavia De Gregorio e Dario Nanni.

Il Presidente della III Commissione Capitolina Mobilità Giovanni Zannola (PD) ha allora convocato una riunione per l’8 giugno 2022 con all’ordine del giorno la richiesta di parere sulla proposta di deliberazione di iniziativa consiliare.

Dal canto suo il Presidente della IX Commissione Capitolina Commercio Andrea Alemanni (PD) ha convocato una audizione per il 13 luglio 2022 con all’ordine del giorno il “Confronto sul Piano Regolatore dei mezzi e degli impianti pubblicitari”, invitando l’assessora Monica Lucarelli che ha fatto partecipare al posto suo il direttore del Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive dott. Francesco Paciello.

Il Presidente Andrea Alemanni ha dichiarato che lo scopo della audizione è stato quello di portare un po’ di chiarezza su una vicenda che è diventata complessa per quanto riguarda la proposta di deliberazione di iniziativa consiliare sul completamento della riforma dei cartelloni pubblicitari, dal momento che su di essa è stato espresso parere negativo da parte del dott. Antonio Egiddi.

Nel corso del suo intervento il Presidente della Commissione Commercio Andrea Alemanni dopo aver definito la proposta di deliberazione di iniziativa consiliare “notevole e interessante“, si è dilungato sui presunti ritardi causati dai ricorsi a TAR e Consiglio di Stato delle ditte pubblicitarie, per arrivare a far presente la necessità di apportare degli emendamenti al testo della proposta di delibera e motivare così la richiesta (poi accolta da tutti) di rimandare il parere ad una prossima riunione congiunta con la Commissione Commercio, che a tutt’oggi deve ancora avvenire.

Il Presidente della IX Commissione Andrea Alemanni ha voluto poi convocare per il 19 luglio 2022 una ulteriore audizione con le “Associazioni di Categoria Impianti Pubblicitari”, senza specificare su quali specifici argomenti.  

L’avv. Alessio Foligno, in qualità di direttore generale dell’A.I.P.E., si è rifatto al P.R.I.P. e specificatamente all’art. 24 delle sua Normativa Tecnica di Attuazione relativa alla “Disciplina degli impianti su proprietà privata o pubblica non comunale”, di cui andrebbe modificato il testo (e quindi la deliberazione dell’Assemblea capitolina n. 49 del 30 luglio 2014) per porre in essere tutta una serie di migliorie: ha posto l’accento anche sull’istituto del project financing, per evitare a suo giudizio monopòli, garantendo la concorrenza modificando anche qui il vigente Regolamento di Pubblicità.

Il Presidente della IX Commissione Andrea Alemanni ha concesso una ulteriore audizione per l’8 settembre 2022 alle associazioni “VAS Roma” e “Basta Cartelloni”, che ne avevano fatto richiesta il precedente 25 giugno e che hanno espresso tutte le loro perplessità riguardo alla audizione concessa alle ditte pubblicitarie.

Il successivo 6 ottobre 2022 si è svolta un’altra audizione che il Presidente della IX Commissione ha concesso alle ditte pubblicitarie ed alle associazioni “VAS Roma “ e “Basta Cartelloni”.

 Si è chiusa con l’impegno del Presidente Alemanni ad inviare una nota con l’invito a presentare proposte, che non è dato di sapere se poi trasmessa alle sole ditte pubblicitarie, dal momento che le associazioni “VAS Roma “ e “Basta Cartelloni” a tutt’oggi non l’hanno ricevuta.

Sono trascorsi altri 4 mesi prima di arrivare ad una ennesima seduta della Commissione Commercio.

In questo frattempo l’11 novembre 2022 il consigliere Francesco Mangano ha formalizzato un a modifica della sua proposta di deliberazione di iniziativa consiliare, che tiene conto del contenzioso in atto riguardo al C.U.P. e si chiude chiedendo:

« – di fissare alla data del 31 gennaio 2023 il termine per predisporre quanto meno tutti i procedimenti che si rendono necessari per poter poi indire i bandi di gara sulla base delle disposizioni che saranno prescritte dal Consiglio di Stato ;

– di indire i bandi di gara per lotti ai fini della assegnazione della gestione decennale degli impianti pubblicitari da istallare sulle posizioni individuate dai Piani di Localizzazione dei mezzi e degli impianti pubblicitari, stabilendo nel capitolato tecnico d’appalto il pagamento per ogni impianto pubblicitario del Canone Unico Patrimoniale (CUP) così come fissato dalle deliberazioni dell’Assemblea Capitolina n. 7/2022 e n. 9/2022, fermo restando l’eventuale obbligo di rivederne a pié d’opera l’importo prescritto da sentenza passata in giudicato.»

La modifica non è servita al Presidente Alemanni per far esprimere parere alla sua Commissione, a distanza ormai di ben 9 mesi.

Si è arrivati così al 1 febbraio 2023 per avere una  specifica audizione promossa dal consigliere Carpano esclusivamente con il Direttore del Dipartimento Sviluppo Economico e Attività Produttive Avv. Francesco Paciello, che quel giorno ha svolto una relazione esaustiva nei seguenti 3 punti.

Come 1° punto il Dott. Paciello ha affrontato la questione del corretto calcolo del C.U.P., ai fini della corrispondente entrata che l’Assemblea Capitolina è in procinto di dover inserire nel bilancio per l’anno 2023.

Secondo la relazione di Paciello nel 2021 si è cambiato totalmente sistema con l’introduzione del C.U.P., che ha comportato moltiplicare la tariffa base (C.I.P.) per una serie di coefficienti in aumento.

L’amministrazione ha applicato gli stessi coefficienti che aveva con il C.I.P., prevedendo le stesse maggiorazioni stabilite dal 3° comma dell’art. 25 del vigente Regolamento di Pubblicità: il contenzioso che ne è scaturito e che ha portato alla sentenza del TAR ha di fatto esteso il caso a tutte le società.

Questo per il 2021: l’amministrazione ha riconosciuto alcuni aumenti che ha travasato anche nel 2022 e si è ritrovata anche per il 2022 ad affrontare il contenzioso, che è stato perso anche nel 2022.

A dicembre scorso l’amministrazione ha ripetuto lo stesso errore, copiando le tariffe del 2022: per evitare contenziosi anche per il 2021, occorre quindi modificare le delibere su 2 aspetti, il calcolo corretto del C.U.P. per il 2023 e la sua applicazione retroattiva per il 2021 e 2022, compito che spetta all’Assemblea Capitolina.

A giudizio del Dott. Paciello per primo va risolto questo problema, correggendo non solo il cosiddetto “tariffone” allegato al bilancio, ma anche il Regolamento di Pubblicità.

Va messo in evidenza al riguardo che il Dott. Paciello dà per scontato l’obbligo di ricalcolare l’importo esatto del C.U.P. per stabilirne la diminuzione, benché il ricorso dell’I.R.P.A. sia ancora pendente e non risulta che il Consiglio di Stato sia arrivato a sentenza.

Come 2° argomento il Dott. Paciello ha portato il fatto che una volta però che si mette mano al Regolamento di Pubblicità, occorre aggiustare un’altra cosa: il meccanismo di gara con pagamento del C.U.P. e di un canone di concessione offerto da chi vince la gara.

Il legislatore ha sancito che questo non è possibile: chi partecipa e vince dovrà pagare un solo importo omnicomprensivo.

Sotto questo aspetto bisogna quindi eliminare dal Regolamento di Pubblicità il 3° comma dell’art. 25 che consente per l’appunto le maggiorazioni del canone per la pubblicità.

A giudizio del Dott. Paciello secondo la norma chi gareggia può solo offrire un servizio (ad esempio bike sharing, il monopattino, le panchine, i giochi per bimbi nel giardino, l’attrezzatura sportiva, imbiancare una parete ecc.): questo non è scritto dentro il Regolamento, che a suo giudizio va modificato scrivendo che al posto del canone di concessione va fatta una offerta di servizio.

Il Dott. Francesco Paciello sembra ignorare che il bando di gara per avere in cambio un servixzio di bike sharing finanziato dalla pubblicità si fa con una base d’asta pari al C.U.P., senza il “canone di concessione”, dal momento che i criteri di aggiudicazione possono essere altri, come ad es. la capacità economico-finanziaria o la capacità tecnico-amministrativa (adottati dal Comune nel bando di gara del 2014 proprio per il servizio di bike sharing).

Come 3° argomento il Dott. Paciello ha portato il fatto che il modello di oggi si basa su Piano Regolatore (che c’è) e Piani di Localizzazione (che ci sono) e “circuiti” che invece non ci sono perché non sono stati mai definiti, dal momento che nessuno è stato in grado di formalizzare il valore di un impianto pubblicitario.

Se la logica precedente era basata sulla logica del C.I.P. e del canone di concessione, che era ad esempio più alto se l’impianto si trova a piazza Venezia: oggi questo modello non c’è e non ci può più essere, per cui il servizio da offrire in cambio dovrà essere maggiore in proporzione alla maggiore rendita di posizione di ogni impianto pubblicitario.

Il Dott. Paciello ha parlato di base di gara su “circuiti” che non ci sono stati mai perché non ci sono stati documenti che abbiano formalizzato quali sono i circuiti.

Il Dott. Paciello ha affermato che i Piani di Localizzazione approvati definitivamente dalla Giunta Capitolina il 13 novembre del 2017 non costituiscono un “documento ufficializzato”.

Per lui quella di “Aequa Roma” è una proposta su macro circuiti: come questi sono a loro volta riconducibili a lotti é un’altra cosa, ribadendo che una cosa è il circuito ed un’altra cosa è il lotto.

Ha lamentato al riguardo che non è stato mai fatto un lavoro di individuazione dei lotti in base ai circuiti.

Il Dott. Paciello sembra ignorare (non è dato di sapere quanto deliberatamente) che la Relazione ai Piani di Localizzazione si conclude nel seguente modo: “Inoltre successivamente all’approvazione dei PiaLMIP, si potranno, finalmente, costruire i lotti di gara e, previa approvazione delle necessarie Norme tecniche di attuazione ex art 19 co. 2 della Deliberazione n. 50/2014, preparare i titoli da rilasciare in coerenza alle procedure dell’art. 49 e 53 del DLGS 42/04.”

In pratica il Dott. Paciello accusa i Piani di Localizzazione di non essere un modello fattibile, perché sono privi di quegli atti che sono invece successivi alla loro approvazione e che spettano alla Giunta Capitolina.

Paciello sembra ignorare anche che il comma 1-bis dell’art. 7 del vigente Regolamento di Pubblicità stabilisce che “il territorio capitolino viene suddiviso in massimo dieci lotti che ricomprendono impianti ricadenti proporzionalmente in tutti i Municipi, a garanzia di un’omogeneità economica complessiva” (superando così anche il problema della zonizzazione e delle conseguenti maggiori o  minori rendite di posizione).

A suo giudizio abbiamo quindi la necessità oggi di capire perché questo “suo” modello non ha funzionato: perché se per fare i Piani di Localizzazione c’è stato il bisogno di acquisire tutti i pareri, pari ad esempio a 1.000 impianti all’interno di un Municipio, il tempo ha reso evidente che per avere tutti i pareri ci vuole un così tanto tempo che quando si é arrivati alla fine c’é bisogno di ricominciare daccapo.

Il modello progettuale che vede l’amministrazione coinvolta nel redigere l’allegato del bando di gara e cioè il piano che mi contiene 1.00 impianti, è un modello che si è dimostrato non più realizzabile, perché non ce la fa in sei mesi ad ottenere tutti i pareri.

La Relazione ai Piani di Localizzazione detta dei criteri di installazione degli impianti consentendo una tolleranza di 50 metri in caso di necessità di spostamento dalla posizione individuata: fra gli atti che spettano ad ogni modo successivamente alla Giunta Capitolina c’è la verifica e conferma definitiva di tutte le ubicazioni previste dai Piani di Localizzazione.

Quanto alla acquisizione dei “pareri” in tempi imprecisati e comunque troppo lungi secondo il Dott. Paciello, si mette in evidenza la paradossalità di una simile affermazione se solo si considera che dalla data di approvazione dei Piani di Localizzazione é trascorso ormai un lasso di tempo di più di 5 anni che dovevano essere più che sufficienti per acquisire tali atti. 

Si mette in ancor maggiore evidenza la contraddizione deducibile dalla contestazione oggettiva ed inconfutabile che anche con un modello diverso di procedura ci vuole sempre e comunque lo stesso tempo per acquisire tutti i “pareri” sulle posizioni degli impianti che ricadano in  area soggetta a vincolo.

Quanto ai presunti tempi elefantiaci per acquisire i “pareri”, si fa anzitutto presente che si tratta di “autorizzazioni” diverse a seconda del tipo di vincolo.

C’è la “autorizzazione” ex art. 21 del D.Lgs. n. 42 del 22 febbraio 2004 e ss.mm.ii. (Codice dei Beni Culturali me del Paesaggio) da parte esclusivamente della Soprintendenza competente per territorio riguardo agli impianti ricadenti in aree soggette a vincolo archeologico o storico-monumentale e c’è invece la “autorizzazione paesaggistica” da parte del Comune subdelegato, previa acquisizione del “parere” vincolante della Soprintendenza competente per territorio, riguardo agli impianti ricadenti in aree soggette a vincolo paesaggistico: ai sensi del 4° comma dell’art. 146 del D.Lgs. n. 42/2004  la “autorizzazione paesaggistica” è efficace per un  periodo di 5 anni, scaduto il quale senza che l’impianto pubblicitario sia stato installato  deve essere sottoposto a nuova autorizzazione.

La “autorizzazione paesaggistica” è acquisibile tramite conferenza di servizi che ai sensi della lettera c) del 2° comma dell’art. 14-bis della legge n. 241/1990 si deve concludere entro 90 giorni, come del resto ha fatto lo stesso dott. Paciello  con le 6 conferenze di servizi da lui promosse nel 2015 proprio per avere i dovuti “pareri” a monte su tutte le posizioni individuate dai Piani di Localizzazione.

A giudizio del Dott. Paciello la dimensione così vasta del territorio di Roma non consentirebbe invece di stringere l’arco temporale per arrivare dall’inizio alla fine una situazione che non si modifica.

Da tecnico si è sentito in obbligo di suggerire che bisogna cambiare modello.

Il modello che secondo lui si è sempre più diffuso è il modello del partenariato pubblico-privato, in base al quale viene dal privato presentata una proposta progettuale che viene valutata dall’amministrazione e contingentata nella conferenza dei servizi: se la proposta viene approvata, si manda avanti.

Il dott. Paciello ha portato a riferimento le modalità seguite con la 1° gara del 2021 su area pubblica per le aree non urbanizzate (piano di localizzazione per singole strade ai sensi del 4° comma dell’art. 19 del Regolamento di Pubblicità)

Al riguardo il Presidente Alemanni ha chiesto di sapere se sarebbe meglio lavorare con il modello del partenariato pubblico-privato, perché secondo lui è più facile rapportarsi con la singola proposta progettuale (ad es. per quadrante e per via consolare): ha aggiunto che la Commissione potrebbe dare delle linee guida, precisando che deve quindi mettersi a fare le modifiche al Regolamento.

Nell’ipotizzare un partenariato pubblico-privato per quadrante o per vie consolari il Presidnete Alemanni non si é reso conto (o é ben consapevole) che occorre fare “tabula rasa” di tutti e 15 i Piani di Localizzazione degli Impianti Pubblicitari.

Il consigliere Riccardo Corbucci (PD) si è dichiarato anche lui d’accordo ed ha proposto delle prossime riunioni anche con la Commissione Roma Capitale.

Dal resoconto di come si è svolta l’audizione si evince chiaramente che la “proposta” del dott. Paciello rispecchia la volontà dell’assessora Monica Lucarelli ed appare pienamente condivisa dal Presidente Alemanni e dal consigliere Corbelli, che l’hanno accolta acriticamente – pur non essendo esperti della materia – legittimando il sospetto di una “intesa” che é stata raggiunta precedentemente.

L’audizione dello scorso 1 febbraio ha di fatto portato alla conclusione implicita che la proposta di deliberazione di iniziativa consiliare deve intendersi ormai bocciata, dal momento che la maggioranza al governo della città di Roma si sta orientando verso un modello di partenariato pubblico-privato che di fatto costituirebbe la “bocciatura” della intera riforma dei cartelloni pubblicitari, senza peraltro rendersi conto e sapere bene dove c’è esattamente da bocciare, lasciando aperte così le soluzioni a tutta una serie di problemi relativi alle conseguenze di una inversione di tendenza e le risposte ai seguenti interrogativi.

I Piani di Localizzazione sono da bocciare in toto?

Verrà bocciato anche il P.R.I.P.?

I bandi di gara quindi non si fanno più?

Ma allora come si ottiene il servizio di bike sharing finanziato dalla pubblicità, per il quale il rispettivo bando di gara non richiede nessuna maggiorazione del canone di concessione e corrisponderebbe in pieno al modello di partenariato pubblico-privato?

Come si può attuare un partenariato pubblico privato senza i Piani di Localizzazione?

Si lascia un mercato libero in mano alle ditte pubblicitarie, lasciando ad esse una “pianificazione” che non potrà mai assicurare l’interesse pubblico ed in particolare il decoro della città?

La permanenza degli oltre 28.000 cartelloni pubblicitari installati sul territorio diventerà eterna e si sommerà alla marea di impianti pubblicitari che verranno autorizzati con il modello del partenariato pubblico-privato?

Il Comune di Roma sa che se non fa i bandi di gara commette una violazione della Direttiva Bolkenstein rischiando forse una denuncia della UE se non addirittura una procedura di infrazione?

Staremo a vedere quale sarà la brutta fine che questa maggioranza al governo della città di Roma vuol far fare alla riforma dei cartelloni pubblicitari, senza stare di certo con le mani in mano ad assistere passivamente all’affossamento della ormai quasi decennale riforma dei cartelloni pubblicitari ed alla conseguente perdita di una pluridecennale battaglia per la riforma dei cartelloni pubblicitari.

Le associazioni “VAS Roma” e “Basta Cartelloni” si riservano di trasmettete una nota congiunta con cui controdedurre sul piano tecnico-giuridico a buona parte delle affermazioni del dott. Francesco Paciello.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

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