I forestali trentini hanno confermato che il 15 gennaio a Folgaria, nella zona Malga Seconde poste, un branco di 7 lupi ha aggredito e ucciso un cane.
L’assessora della provincia autonoma del Trentino Giulia Zanotelli e il Presidente Maurizio Fugatti sottolineano che «in Trentino è la prima volta che una aggressione di questo tipo viene accertata ed anche per questo è fondamentale portare a termine il percorso avviato con Ispra e Ministero per migliorare la gestione della presenza dei lupi sul nostro territorio anche ricorrendo all’abbattimento a garanzia, prima di tutto, della sicurezza».
Una proposta che non è assolutamente condivisa dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC Animal Protection) che ricostruisce così l’episodio: «Lo scorso weekend, in un territorio montano appartenente al Comune di Folgaria, un cane è stato ucciso da un branco di lupi.
L’animale era a passeggio col suo proprietario, senza guinzaglio, quando a un certo punto è sfuggito al suo controllo ed è stato poi rinvenuto già morto.
Stando a quanto raccontato dall’uomo, il branco si sarebbe poi avvicinato a lui – che era con un altro cane tenuto al guinzaglio – ma poi si sarebbe allontanato all’arrivo dei soccorritori che nel frattempo era riuscito a chiamare».
E la presidente di LNDC Animal Protection, Piera Rosati, stigmatizza le dichiarazioni di Fugatti: «Come sempre davanti a questi casi, la Provincia di Trento ha come primo pensiero quello di imbracciare i fucili e uccidere gli animali selvatici protetti.
Lo hanno fatto in passato con gli orsi e ora vogliono farlo con i lupi.
Ovviamente mi dispiace molto per il cane che è stato vittima di questa predazione, ma è giusto che i lupi paghino con la vita per un’imprudenza del proprietario del cane?
Secondo me no.
È importante infatti ricordare che entrambi i cani avrebbero dovuto essere tenuti al guinzaglio, come richiesto non solo dalla legge ma anche da un principio di prudenza e buon senso quando ci si trova in un territorio che sappiamo essere popolato da animali selvatici.
Capisco l’amore per la montagna e per la natura, ma bisogna sempre mostrare rispetto e prudenza quando si entra in quella che a tutti gli effetti è la casa di tanti animali selvatici che possono sentirsi minacciati da un intruso.
Una cosa che a quanto pare non vuole entrare in testa all’amministrazione provinciale di Trento che, anziché puntare sulla sensibilizzazione e sulla corretta educazione dei suoi cittadini, pensa di poter uccidere indiscriminatamente qualunque animale venga in contatto con l’uomo pur trovandosi nell’habitat che gli spetta di diritto».
La Rosati conclude avvertendo il presidente leghista del Trentino che «per ora stiamo ad osservare quello che succede ma il nostro team legale è già pronto a impugnare qualsiasi provvedimento volto a uccidere i lupi che, ricordiamo, sono una specie particolarmente protetta e fondamentale per l’ecosistema.
Tra l’altro, basta guardare alle statistiche per capire che il lupo non rappresenta in alcun modo un pericolo per l’uomo.
Infatti, negli anni, sono stati segnalati diversi casi di predazioni a bestiame o al massimo a cani inselvatichiti ma nessuna predazione diretta a persone.
Anche per questo lo spauracchio del ‘se fosse capitato a un bambino anziché a un cane’ non ha ragione di esistere dato che i numeri ci dicono che i lupi temono l’uomo e non si avvicinano.
Piuttosto la PAT dovrebbe insegnare ai suoi cittadini a non invadere i territori popolati dai selvatici e a custodire adeguatamente i propri animali da compagnia».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 18 gennaio 2022 sul sito online “greenreport.it”)