I parchi e tutte le aree naturali protette sono fondamentali per la tutela della biodiversità.
In occasione della Giornata mondiale della flora e fauna selvatica del 3 marzo voglio ricordare gli straordinari successi raggiunti dai parchi italiani nella tutela di specie che erano in serio rischio di estinzione.
Dall’orso marsicano allo stambecco, dal gipeto al falco pescatore, oggi in Italia abbiamo messo in sicurezza specie selvatiche che rischiavamo di perdere definitivamente.
Dobbiamo ringraziare in particolare due parchi nazionali che proprio quest’anno compiono cento anni di attività: il Gran Paradiso e quello di Abruzzo Lazio e Molise.
L’Italia ha da poco inserito in Costituzione la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità, facendo fare un enorme passo avanti al nostro Paese.
Inoltre la modifica costituzionale afferma anche che “La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
Ricordiamo che ad oggi, oltre alle direttive europee, abbiamo una sola legge nazionale che si limita alla tutela dei mammiferi e degli uccelli (la 157/1992) mentre tutte le altre specie (anfibi, rettili, pesci, invertebrati, insetti – magari dall’immagine meno accattivante ma di enorme importanza per la biodiversità) sono “scoperti”.
Con la modifica della Costituzione lo Stato deve procedere quanto prima a legiferare in modo specifico sulle altre specie ed è compito di tutti coloro che, a vario titolo, si occupano di conservazione della natura di avanzare proposte e sollecitare il legislatore.
Infine ritengo importante anche rimarcare la necessità e l’urgenza di rendere efficiente tutta la rete delle aree protette italiane, d’altronde il nostro è il paese europeo più ricco di biodiversità.
Come Federparchi abbiamo più volte rimarcato la necessità di un’effettiva integrazione dei parchi regionali con quelli nazionali e con le aree marine protette.
Serve un vero e proprio “sistema nazionale parchi”; basterebbe rifinanziarie il piano triennale previsto dalla legge 394/91 per avviare questo processo.
Allo stesso modo alcuni interventi di semplificazione, come ad esempio l’integrazione fra piano di sviluppo e piano del parco, potrebbero dare un’ulteriore spinta alla valorizzazione e alla tutela del nostro eccezionale patrimonio naturalistico, rispondendo anche alle richieste dell’Unione Europea di giungere al 30% delle aree protette entro la fine del decennio.
(Comunicato di Giampiero Sammuri, Presidente Federparchi – Europarc Italia, pubblicato con questo titolo il 3 marzo 2022 sul sito online “greenreport.it”)