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N.B. – Senza averne le prove la giornalista accusa del sabotaggio delle gabbie dei “sedicenti ambientalisti“, quando avrebbe dovuto parlare caso mai più propriamente di “animalisti“.
L’articolo esordisce per di più parlando di cinghiali “numericamente importanti” senza che ci sia stato a tutt’oggi un loro censimento oggettivo (quello concreto proposto da VAS dentro la riserva dell’Insugherata non é stato preso in considerazione), ma solo stime presunte, dedotte anche dal numero dei cinghiali che solo per mangiare escono dal loro habitat naturale perché attratti dai rifiuti urbani lasciati in strada al di fuori dei cassonetti.
Non si considera poi che se ora sciamano ancor più in città é per causa della caccia che si sta dando loro (specie dentro la riserva dell’Insugherata e dentro il parco di Veio), che li costringe a cercare di salvarsi altrove.
L’aspetto più preoccupante è che gli abbattimenti sono motivati dalla peste suina, ma non si danno mai i numeri di quanti siano i cinghiali catturati su cui sia stato riscontrato il contagio, lasciando coì il legittimo sospetto che la peste suina sia stata sfruttata strumentalmente per procedere ad un abbattimento indiscriminato.
