Grazie al bravo Enrico Stefàno, presidente della commissione mobilità di Roma Capitale, si torna a parlare del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (Prip) e del servizio più importante che sarà prodotto dalla riforma e cioè il bike sharing.
Stefàno ha riunito allo stesso tavolo i membri della sua commissione, quelli del commercio, l’assessore a Roma Produttiva Meloni e i funzionari dell’Agenzia per la Mobilità.
Un incontro per fare il punto e analizzare lo stato dell’arte del bike sharing lasciato in eredità dalla precedente assessore Marta Leonori.
Dalla riunione delle due commissioni è emerso quanto i nuovi consiglieri di maggioranza siano poco preparati sul tema (tranne Stefàno) e quanto quelli di opposizione, a partire da Davide Bordoni passando per Orlando Corsetti, si dimostrino dei vecchi volponi sempre pronti a far saltare il lavoro svolto fin qui.
Chi volesse ascoltare i lavori troverà il video nel nostro articolo.
Il video integrale della riunione delle commissioni commercio e mobilità
https://www.youtube.com/watch?v=bpXRzd9pRvQ
Per chi non avesse tempo, ecco un riassunto dei momenti più importanti del dibattito.
La premessa del presidente Stefàno è stata importante: ha ribadito la sua convinzione nella bontà del bike sharing come mezzo di trasporto soprattutto per l’ultimo miglio.
Dal canto suo l’assessore Meloni è stato piuttosto laconico limitandosi a specificare che le biciclette condivise sono previste nel Prip e che dunque il loro destino è legato al Piano.
La dottoressa Giampaoli, dirigente dell’Ufficio Affissioni, ha spiegato che 11.360 metri quadri dei futuri 62mila previsti dal Prip saranno destinati a finanziare il bike sharing e i servizi igienici (8mila solo per le biciclette) e ha fatto il punto sull’iter del piano.
I piani di localizzazione (cioè gli strumenti che stabiliscono strada per strada dove saranno installati i cartelloni) hanno completato il loro cammino essendo già stati vagliati dai Municipi e avendo raccolto le osservazioni dei cittadini nel processo di partecipazione popolare.
“Ora manca solo – ha proseguito la dirigente – che la Giunta controdeduca queste osservazioni , dopo di che i municipi dovranno esprimersi nuovamente a quel punto si potranno indire i bandi di gara”.
Resta il nodo dei ricorsi presentati da alcune ditte pubblicitarie, ma a quanto risulta a diarioromano l’impugnativa davanti al Tar della delibera del commissario Tronca (19/2016) non richiede una sospensiva del procedimento e dunque non sarebbe ostativa al completamento dell’iter.
In sostanza, per spiegare meglio ai lettori che non conoscono tutti i passaggi, la palla adesso sta alla politica e dunque alla maggioranza pentastellata.
Se darà nuovo impulso, il Prip e il bike sharing faranno passi avanti rapidi.
Se invece vorrà ridiscutere il lavoro svolto fin qui i tempi si potrebbero allungare pericolosamente.
E a questo proposito preoccupano le parole del presidente della commissione commercio Coia che è intervenuto due volte esprimendo le sue perplessità.
Secondo Coia i piani di localizzazione e il Prip sono fatti male perchè affidano ad un privato il servizio di bike sharing in cambio di 8 mila metri quadri di pubblicità ma non chiedono qualità per cui il privato potrebbe offrire un servizio scadente e a basso costo.
Le perplessità di Coia in realtà sono sbagliate: infatti sarà il bando di gara a stabilire le caratteristiche del servizio e la qualità alla quale il privato dovrà attenersi.
Non si comprende, pertanto, perché debbano essere rivisti i fondamentali della riforma se non per mandarla alle calende greche.
Occorre dire che Enrico Stefàno ha provato a spiegarlo al collega presidente della commissione commercio ma questi sembra non cogliere, così come gli altri consiglieri 5stelle che hanno fatto interventi molto superficiali e poco attinenti.
Al limite del patetico l’intervento di Davide Bordoni (Forza Italia) che finge di non sapere che il bike sharing sarà finanziato dalla pubblicità e che chiede ai colleghi se davvero vogliano seguire questa strada.
Ovviamente Bordoni conosce benissimo il Prip e il meccanismo di finanziamento dei servizi perchè ha contribuito a boicottarlo nella precedente legislatura per cui la sua manfrina fa parte di un copione ben studiato.
Anche Orlando Corsetti (Pd) esprime le sue perplessità e suggerisce di stralciare il bike sharing dal Prip!!!
Una roba assurda che conferma la cattiva fede di colui che, nel ruolo di presidente della commissione commercio della precedente legislatura, ha fatto di tutto per boicottare la riforma della cartellonistica pubblicitaria.
Ma al di là del ruolo delle opposizioni (vi risparmiamo le assurdità del consigliere Cozzoli del Gruppo Misto che arriva ad affermare che così facendo il comune si priva di soldi quando è noto che il Campidoglio incasserà fior di milioni oltre che offrire finalmente un servizio utile), al di là delle opposizioni – dicevamo – quello che preoccupa è la situazione interna al movimento 5 stelle.
L’assessore Meloni ha dato prova di non conoscere il problema; il consigliere Andrea Coia sembra voler rimettere tutto in discussione.
Solo Enrico Stefàno si conferma ancora una volta preparato e in gamba.
Una spaccatura interna alla maggioranza che ci auguriamo sia sanata presto e soprattutto che vada nella direzione di Stefàno.
D’altronde il funzionario dell’agenzia per la Mobilità, Luca Lavarello, ha ben spiegato che in tutto il mondo i costi di un servizio come il bike sharing sono coperti o dalla pubblicità o dalle sponsorizzazioni (modello Londra) e altre vie non ci sono.
L’agenzia ha già pianificato la posizione di 80 ciclostazioni e sta lavorando per piazzarne altre 170 in modo da arrivare al numero complessivo di 250 ritenuto la base di partenza per un servizio completo di bike sharing.
Insomma la strada sembra ancora in salita e c’è da augurarsi che la Sindaca e l’assessore diano una svolta.
Perché basterebbe la volontà politica per vedere le prime biciclette in strada tra pochi mesi.
(Articolo di Filippo Guardascione, pubblicato con questo titolo oggi 11 ottobre 2016 sul sito “Diario Romano”)
N.B. – Da come si è svolta la seduta emerge che è stato del tutto ignorato che gli 8.000 mq. di esposizione pubblicitaria complessiva verranno concessi a chi si aggiudicherà il bando internazionale per avere in cambio un servizio di Bike Sharing di 350 ciclostazioni (e non delle 250 fatte pianificare malamente dalla Agenzia per la Mobilità) ubicate sul territorio in modo da essere utilizzate per recarsi al lavoro in bicicletta e contribuire in tal modo anche ad allentare la morsa del traffico che attanaglia Roma.
A dimostrazione indiretta della totale sottovalutazione di un efficiente servizio di Bike Sharing in funzione del lavoro e del traffico appare significativo che alla riunione congiunta delle Commissioni Mobilità e Commercio abbia partecipato solo l’Assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro Adriano Meloni (competente solo riguardo agli 8.000 mq. di pubblicità concessi) e non anche l’Assessore alla Città in Movimento Linda Meleo (competente invece in materia di traffico e quindi specificatamente del servizio di Bike Sharing di 350 ciclostazioni previste dal Piano Generale del Traffico Urbano).
Per quanto riguarda gli interventi che si sono registrati nella seduta di ieri c’è da stendere un velo pietoso sulla “ignoranza” (nel senso non offensivo di “chi non sa”) del Presidente della Commissione Commercio Andrea Coia, mentre non è assolutamente accettabile la “ignoranza” che hanno voluto invece lasciar presumere tanto il consigliere Davide Bordoni (facendo finta di non sapere che il Bike Sharing sarà finanziato dalla pubblicità) quanto il consigliere Ignazio Pozzoli Coli (affermando che con un tale servizio il Comune addirittura ci rimetterebbe un bel po’ di soldi).
Da stigmatizzare infine del tutto è l’intervento dell’ex Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti, che in modo sbalorditivo si è permesso di suggerire di stralciare il Bike Sharing dal Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, che il 30 luglio del 2014 aveva anche lui approvato: dimostra in modo evidente quanto gli stia veramente a cuore un servizio che riguarda pienamente gli interessi della città di Roma e dei suoi cittadini e tradisce scopertamente la sua volontà di rimettere in discussione un Piano voluto dalla Giunta del Sindaco Ignazio Marino che ha contribuito a far dimettere nel modo che tutti conosciamo.