Il 2 settembre 2016 l’Assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro Adriano Meloni ha concesso una audizione al sottoscritto, in qualità di Responsabile del Circolo Territoriale di Roma di V.A.S., ed ai sigg.ri Filippo Guardascione e Roberto Tomassi, rappresentanti della associazione “Basta Cartelloni”: l’Assessore ci aveva assicurato di voler riprendere quanto prima il procedimento di definitiva approvazione dei 15 Piani di Localizzazione degli impianti pubblicitari.
Quel giorno gli abbiamo anche sollecitato un incontro congiunto delle Commissioni Trasporti e Commercio, alla presenza dell’Assessore Meloni ma anche dell’Assessore ai Trasporti Linda Meleo per discutere della pianificazione della ciclostazioni del servizio di Bike Sharing.
Abbiamo dovuto constatare poi che l’Assessore Meloni ha preferito aspettare fino all’udienza del TAR del Lazio del 5 ottobre 2016, fissata per la pronuncia sulla richiesta di sospensiva della deliberazione n. 19 del 31 marzo 2016 con cui l’allora Commissario Straordinario Francesco Paolo Tronca aveva ratificato nelle veci dell’Assemblea Capitolina gli stessi identici criteri di redazione dei Piani di Localizzazione, dettati dalla Giunta Capitolina con deliberazione n. 380 del 30 dicembre 2014.
Abbiamo condiviso questa sua cautela, ma come dovrebbe esser noto l’udienza non si è tenuta perché la richiesta di sospensiva è stata cancellata dal ruolo (vedi http://www.vasroma.it/non-si-e-tenuta-ludienza-del-tar-sulla-richiesta-di-sospensiva-della-deliberazione-con-cui-il-commissario-straordinario-tronca-ha-ratificato-gli-stessi-criteri-di-redazione-dei-piani-di-local/).
Su questo stesso sito l’11 ottobre 2016 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Bike Sharing: la maggioranza 5S va avanti adagio” che riportava un articolo di Filippo Guardascione, pubblicato quello stesso giorno sul sito “Diario Romano”, che descriveva lo svolgimento della seduta congiunta delle Commissioni Mobilità e Commercio che avevamo sollecitato, ma a cui non siamo stati invitati a partecipare, per cui ho ritenuto di dover fare un appunto all’articolo relativo soprattutto alla “ignoranza” dimostrata al riguardo (vedi http://www.vasroma.it/bike-sharing-la-maggioranza-5s-va-avanti-adagio/).
Con un messaggio di posta elettronica a firma del sottoscritto e di Filippo Guardascione, che lo stesso 11 ottobre abbiamo trasmesso all’Assessore Meloni e per conoscenza all’Assessore Linda Meleo ed ai Presidenti di Commissione Enrico Stèfano ed Andrea Coia , abbiamo chiesto di «voler organizzare una ulteriore seduta congiunta della Commissioni Mobilità e Commercio, con la partecipazione anche e soprattutto dell’Assessore Linda Meleo, per approfondire in modo compiuto la pianificazione di un servizio di Bike Sharing che preveda 350 ciclostazioni (come corrispettivo degli 8.000 mq. di superficie espositiva complessiva) in funzione del lavoro (da ubicare quindi all’altezza delle fermate più importanti di autobus e metro, oltre che dei parcheggi di scambio delle auto).»
A tutt’oggi non è stato dato nessun seguito alla suddetta nostra precisa richiesta, mentre il Presidente della IX Commissione Commercio Andrea Coia ha convocato una seduta per le ore 14,30 di ieri 9 novembre 2016, di cui ha ritenuto stavolta di informarmi con un messaggio di posta elettronica trasmesso dalla sua Segreteria due giorni prima.
Andrea Coia
Alla seduta hanno partecipato, oltre al Presidente Andrea Coia (M5S), il Vice Presidente Maurizio Politi (Fratelli d’Italia), la Vice Presidente vicario Sara Seccia (M5S) ed i consiglieri Davide Bordoni (Forza Italia), Cristiana Paciocco (M5S), Enrico Stèfano (M5S), Angelo Sturni (M5S), e Maria Teresa Zotta (M5S).
Benché non componenti della IX Commissione Commercio, hanno voluto partecipare alla seduta anche i consiglieri Orlando Corsetti (PD, ex Presidente della Commissione Commercio), Ilaria Piccolo (PD, ex membro della precedente Commissione Commercio) e Gemma Guerrini (M5S).
Hanno voluto partecipare alla seduta anche l’Assessore al Commercio del III Municipio Simone Proietti (M5S) ed il consigliere del I Municipio Matteo Costantini (Democratici e Popolari Più Roma).
Hanno voluto partecipare alla seduta soprattutto i rappresentanti di un nutrito gruppo di ditte pubblicitarie: l’Avv. Giuseppe Scavuzzo, Responsabile dell’Ufficio Legale della associazione di categoria I.R.P.A. (Imprese Romane Pubblicitarie Associate), l’Avv. Ettore Corsale della associazione di categoria A.I.P.E. (Associazione Imprese Pubblicità Esterna), Ranieri Randaccio (della ditta “SCI”), Paolo Paglia (della ditta “APA”), Daniela Fornari (della ditta “CLEAR CHANNEL”), Rodolfo Moretti (della ditta “MORETTI PUBBLICITÀ”), Alfredo Grandinetti (della ditta “SARILA”), Oberdan Zuccaroli (della ditta “PUBBLIROMA”), il sig. Alberto Gaudini (della ditta “D. & D. OUTDOOR ADVERTISING”) e la sig.ra Pettarelli (della ditta “SPOT PUBBLICITÀ”).
Fra i cittadini, oltre al sottoscritto, erano presenti il sig. Massimo Centi (esperto del settore) ed una giornalista del quotidiano “Il Messaggero”.
A partecipare alla seduta era stata invitata la Dirigente della Unità Organizzativa Affissioni e Pubblicità dott.ssa Monica Giampaoli, che invece non si è vista.
A sorpresa invece ha voluto partecipare alla seduta l’Assessore Adriano Meloni in persona, che si è presentato assieme al capo staff Leonardo Costanzo, di fresca nomina, e la consulente legale Francesca Rivitti.
Adriano Meloni
Intorno alla 15,00 circa, dopo aver fatto circolare il verbale dell’ultima seduta della Commissione Commercio, il Presidente Andea Coia ha fatto presente il «percorso interrotto per l’avvicendamento dell’amministrazione» ed ha quindi dato subito la parola all’Assessore Adriano Meloni che ha voluto sottolinerare che «abbiamo ereditato un percorso già avviato che condividiamo pienamente».
Ha ricordato che ci sono stati impianti pubblicitari installati in violazione del Codice della Strada che hanno provocato anche incidenti mortali: ha quindi fatto presente che la redazione sia del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) che dei 15 Piani di Localizzazione (uno per Municipio) è stata operata dalla S.P.A. “Aequa Roma” e che si sono svolti 15 incontri pubblici su ognuno dei Piani di Localizzazione.
Ha precisato che «ora siamo in fase di controdeduzioni [a tutte le osservazioni fin qui presentate, ndr,] che approverà la Giunta per poi richiedere il parere ai Municipi».
L’Assessore ha quindi fatto presente che l’ultimo comma dell’art. 32 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRIP dispone che «entro sessanta giorni successivi alla scadenza del termine stabilito per la presentazione delle osservazioni, la Giunta Capitolina approva il Piano di localizzazione deducendo sulle osservazioni presentate», per mettere in evidenza che questi 60 giorni sono scaduti e che occorre quindi farli ripartire con le controdeduzioni.
Il Presidente Andrea Coia mi ha poi voluto portare a conoscenza di una nota del Dipartimento che al riguardo ha comunicato il seguente messaggio: «Il termine per la presentazione delle osservazioni da parte dei Municipi, imprese e associazioni era fissato al 23 luglio 2016. Entro i successivi 60 giorni i piani avrebbero dovuti essere approvati dalla Giunta, sentito il parere dei Municipi. [come prescrive l’ultimo periodo del 2° comma dell’art. 19 del nuovo Regolamento di Pubblicità, ndr.]
Tenuto conto delle consultazioni elettorali in corso e dei successivi tempi di insediamento della Organi Politici del Campidoglio e dei Municipi non è stato possibile concludere il processo di approvazione dei Piani entro il termine di cui sopra.
Al fine quindi di rifissare il termine dal quale far decorrere il termine dei 60 giorni previsto dal su menzionato art. 32, comma 7 del PRIP, il Dipartimento, sentita l’Avvocatura Capitolina, ha valutato di far approvare dall’AC (organo competente a modificare il PRIP) la decorrenza del termine ancorandolo all’esecutività dell’approvanda delibera.
Una volta rifissato il termine può riprendere l’iter di approvazione dei Piani di Localizzazioni di seguito indicato:
– Approvazione della prima stesura della deliberazione contenente le controdeduzioni alle osservazioni della cittadinanza da parte della Giunta Capitolina;
– Il provvedimento verrà inviato ai Municipi per il rilascio del parere di competenza ex art. 6 del Regolamento sul decentramento (Del. di CC. N. 10 del 99);
– Valutazione dei pareri del Municipi e predisposizione proposta definitiva per la Giunta Capitolina per approvazione dei Piani di Localizzazione.»
L’Assessore ha lasciato quindi la parola al Presidente Andrea Coia che ha elencato le diverse tipologie di impianti ed ha fatto presente che «ci fa piacere proseguire questo percorso», lasciando spazio agli interventi.
Il consigliere Davide Bordoni ha detto che «vorrei capire se il Piano è stato fatto, per sapere che tipo di apporto hanno dato i Municipi».
Davide Bordoni
Gli ha fatto seguito il Presidente Andrea Coia per far presente che «a mio avviso sarebbe sbagliato non sentire la parte politica».
Davide Bordoni gli ha replicato facendo presente il «rischio dei soliti ricorsi la TAR» per auspicare una «fase più operativa come Commissione».
Debbo mettere in evidenza al riguardo che la “competenza” sulla approvazione dei Piani di Localizzazione è esclusivamente della Giunta Capitolina, per cui appaiano quanto meno anomale le due sedute della Commissione Commercio convocate ufficialmente sui Piani di Localizzazione, che sono state alla fine utilizzate – come si dirà più avanti – per mettere sotto accusa il Bike Sharing garantito dalla pubblicità.
Ha preso la parola il neo Capo Staff dell’Assessore Leonardo Costanzo per far sapere di avere avuto un incontro in mattinata con la Dott.ssa Monica Giampaoli, da cui ha appreso che da 138.000 mq. siamo scesi a 62.000 mq. di superficie espositiva complessiva e che si avrà un “plateau” di diversi circuiti: «Stiamo prendendo atto di tutto. Il tema qual’è? Aprire ai privati. Il nodo è il Bike Sharing con i suoi 8.000 mq. e le ciclostazioni con il numero variato, per ora con ipotesi di 80 ciclostazioni. Capire in che misura finanziamo il servizio. Delle due l’una: o capiamo quanto investimento occorre per 80 ciclostazioni (due milioni e mezzo di euro) o se è ancora interesse di questa città un servizio del genere» [da affidare ai privati, ndr.].
Leonardo Costanzo
A questo punto è voluto intervenire il consigliere Orlando Corsetti per far presente il valore economico che c’è tra il passare da 130.000 mq. a 62.000 mq.: «Significa dare un valore maggiore ad ogni impianto. Quant’è il valore di questi 62.000 mq. ? Avevamo all’epoca ipotizzato la nascita di 10 lotti. Per il Bike Sharing bisogna mettere in conto non solo l’investimento iniziale ma anche i costi di gestione. La mia personale preoccupazione è che questi 8.000 mq. costituiscano la “crema” e potrebbero danneggiare gli altri impianti.»
Orlando Corsetti
Ha quindi affermato di essere venuto a conoscenza di un finanziamento che a livello nazionale viene dato a costo zero per il Bike Sharing: «propongo, visto che ci sono le 80 ciclostazioni, di farle finanziare in tal modo».
Ha consegnato la relativa documentazione al Presidente Andrea Coia
Ha ripreso la parola Davide Bordoni: «Dobbiamo parlare del PRIP in generale, per tutelare tutte le affissioni di Roma. Se no, per pagare il Bike Sharing, facciamo saltare tutto. Ho i miei dubbi che un privato possa gestire il Bike Sharing».
Ha chiesto di intervenire il consigliere del I Municipio Matteo Costantini che ha esordito parlando di un intento comune di contribuire al decoro della città: ha poi fatto presente che dagli inizi ad oggi è cambiato il mondo riguardo al Bike Sharing, che a suo giudizio è il Comune che deve garantire.
Ha lamentato che i Piani di Localizzazione tuttora pubblicati sul sito del Comune non sono gli stessi che “Aequa Roma “ ha variato in ottemperanza alle osservazioni accolte ed ha chiesto per essi un passaggio in Consiglio Comunale.
Matteo Costantini
Gli ho dovuto far presente che i Piani di Localizzazione sono rimasti al momento quelli della “proposta” adottata con la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 325 del 13 ottobre 2015: in un breve flash il Capo Staff Leonardo Costanzo gli ha replicato che le controdeduzioni sono ad ogni modo pronte.
È intervenuto a questo punto il Presidente della III Commissione Mobilità Enrico Stèfano per far presente che sul Bike Sharing si sta assistendo al solito dibattito se sia utile finanziarlo o no con la pubblicità: ha comunicato di avere fatto dei raffronti con altre città per venire ad accertare che «torna il conto con gli 8.000 mq.».
Enrico Stèfano
Ha fatto sapere di stare approfondendo la questione riguardante il modello di finanziamento, che va comunque affrontata con una certa urgenza e con tutte le garanzie ed i paletti necessari.
L’Assessore Adriano Meloni ha voluto riassumere gli interventi che si sono fin lì susseguiti per ribadire che «vogliamo andare avanti spediti. Cerchiamo di capire meglio quanto valgono, facendo riferimento al totale del “plateau”».
Gli ha fatto seguito il Presidente Andrea Coia per ribadire che il valore economico è un fattore importante e per insistere con le 80 ciclostazioni affermando che una sua unica perplessità rimane quella di affidare il servizio ad un privato che sarebbe secondo lui una pura follia, per cui è meglio andare avanti con 80 ciclostazioni.
Ho chiesto a questo punto di intervenire: ho premesso che in termini di “metodo” non potevo nella maniera più assoluta trovarmi d’accordo sulla operazione con cui fin dalla precedente seduta dell’11 ottobre si stava di fatto rimettendo in discussione non solo il PRIP definitivamente approvato il 30 luglio del 2014, ma anche il nuovo Regolamento di Pubblicità, approvato pur esso lo stesso giorno, entrambi i quali hanno sancito il servizio di Bike Sharing.
Ho rimarcato che nel pomeriggio del 30 luglio del 2014 il PRIP è stato approvato con il voto favorevole dell’intero gruppo del M5S di allora (Raggi, De Vito, Frongia e Stèfano).
Ha quindi fatto presente di avere assistito (e non da ieri) ad una serie di “tabù che ho inteso sfatare una volta per tutte, fornendo dati oggettivi ed inconfutabili.
Ho quindi fatto presente che gli iniziali mq. di superficie espositiva complessiva previsti dal PRIP non sono i 138.000 che vengono sempre ricordati, ma 110.000 perché sono quelli riguardanti gli impianti privati su suolo pubblico.
Ho ricordato le 5 Conferenze dei Servizi tenute con le tre Soprintendenze interessate, che hanno costretto a tagli che hanno portato agli attuali 62.000 mq., pur essi sempre ricordati, che però non sono quelli complessivi: ho fatto sapere che l’ultimo comma dell’art. 30 delle Norme Tecniche del PRIP consente di posizionare impianti pubblicitari anche al di fuori delle strade non elencate nel Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) fino ad un massimo del 15% della superficie espositiva complessiva, che è pari a 16.500 mq., di cui nei Piani di Localizzazione sono stati al momento pianificati solo 6.600 mq., con un residuo quindi di 10.000 mq. che si andranno a sommare agli attuali 62.000 mq..
Ho quindi ricordato di essere riuscito a far approvare sia nel PRIP che nel nuovo Regolamento di Pubblicità l’introduzione di 2 nuovi formati riservati solo agli “impianti speciali” (di mt. 1,20 x 1,80 e di mt. 3,20 x 2,40), per rimarcare che sono adottati in tutta Europa per garantire tanto un servizio di Bike Sharing quanto elementi di arredo urbano.
Ho voluto sfatare poi le lamentele che nel corso dei 15 incontri pubblici svolti sui Piani di Localizzazione hanno portato quasi ossessivamente a mò di sentenza una serie di ditte pubblicitarie, secondo le quali i Piani di Localizzazione avrebbero favorito sfacciatamente il Bike Sharing facendogli assumere un monopolio.
L’ho fatto portando anche stavolta dati inconfutabili, facendo presente anzitutto che i criteri di redazione dettati con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 380 del 30 dicembre 2014, confermati dal Commissario Straordinario Francesco Paolo Tronca nelle veci dell’Assemblea Capitolina con Deliberazione del Commissario Straordinario n. 19 del 31 marzo 2016 (attualmente impugnata al TAR con due distinti ricorsi dell’A.I.P.E. e dell’I.R.P.A.) prevedevano di destinare 8.000 mq. di superficie pubblicitaria al BiKe Sharing ed altri 5.000 mq. ad elementi di arredo urbano.
Ho quindi fatto presente che dopo i tagli prescritti dalle tre Soprintendenze i 13.000 mq. complessivi si sono ridotti a 11.360 mq. (cifra che mi ha voluto anticipare il Capo Staff Leonardo Costanzo).
Come ulteriori dati ho messo in evidenza che i Piani di Localizzazione così come redatti ed adottati prevedono 14.391 ubicazioni, delle quali ben 10.501 (pari al 72,5% del totale) sono riservate a futuri impianti che si dovrebbero aggiudicare le ditte attualmente operanti a Roma e che sono i seguenti:
Impianti privati : 4.226 +
Impianti SPQR: 3.471 +
Impianti Cultura e Spettacolo: 415 +
Impianti di servizio: 1.844 +
Quota impianti PPAA (20% di 2.734) 545 =
_______________________________________________________________
10.501 (72,5% ca. del totale)
Per un opportuno confronto e incasellamento nel suddetto quadro generale, ho messo in evidenza che le ubicazioni previste dai Piani di Localizzazione per gli impianti speciali sono in tutto 1.341, ma con il 35% di esse (pari a 469 impianti) da riservare a servizi igienici: ne deriva che al servizio di Bike Sharing sarebbero riservate in tutto 872 ubicazioni, corrispondenti ad appena il 6% del totale di 14.391 impianti.
Ne ho messo in risalto la conseguente conclusione che gli impianti speciali riservati al Bike Sharing non sono nella maniera più assoluta prevalenti sul resto degli altri impianti, anche a voler considerare le loro posizioni sul territorio così come individuate nei 15 Piani di Localizzazione, sfatando una volta per tutte anche le critiche su questo campo portate senza alcun fondamento.
Ho messo in evidenza che la S.p.A. “Aequa Roma” non ha redatto i Piani di Localizzazione partendo da una situazione di azzeramento totale sul territorio, perché ha dovuto rispettare i criteri dettati dalla Giunta Capitolina secondo i quali è dovuta partire dalle posizioni legittime degli impianti pubblicitari attualmente installati a Roma e registrati nella Nuova Banca Dati del Comune, dove non possono risultare i due tipi di impianti speciali da riservare al Bike Sharing, perché introdotti ex novo.
Ne è derivato che ad essere state confermate sono state prima le posizioni accertate come legittime degli impianti attualmente esistenti, collocate però sul territorio in modo da mettere in concorrenza tra loro i diversi tipi di impianti riservati ai vari circuiti (i cosiddetti impianti SPQR del Comune, gli impianti privati su suolo pubblico, gli impianti riservati al circuito Cultura e Spettacolo e gli impianti destinati alle Pubbliche Affissioni): a queste posizioni si sono aggiunte le posizioni degli impianti speciali da riservare indistintamente a BiKe Sharing ed elementi di arredo urbano (per 11.360 mq. complessivi), ma ubicati sempre in concorrenza con altre tipologie di impianti.
Nel corso dei 15 incontri pubblici svolti sui Piani di Localizzazione è emerso sia da parte mia che da parte delle ditte pubblicitarie che questo “metodo” di mettere in concorrenza su quasi tutte le strade diverse tipologie di impianti fa perdere ad ognuno di essi la rendita di posizione e non rende più conveniente il loro valore economico, con il serio rischio che un domani vadano deserti i bandi pubblici riservati sia al Bike Sharing che alle altre tipologie di impianti.
Mi sono quindi rivolto sia all’Assessore Meloni che al Presidente della Commissione Mobilità Stèfano per far presente ad entrambi che il valore economico che stanno cercando di individuare consiste esclusivamente sulla rendita di posizione che ogni impianto può assicurare.
Ho ricordato che a nome di VAS assieme alla associazione “Basta Cartelloni” abbiamo consegnato una serie di osservazioni e proposte di ricollocazione che puntano a ridare esclusività e quindi ritorno economico maggiore a tutti i diversi tipi di circuiti, dando priorità agli impianti speciali ed agli impianti SPQR, da collocare su un lato o sull’altro delle principali vie consolari che dal centro storico di Roma si diramano in tutte le direzioni: ho fatto presente all’Assessore che la garanzia di avere bandi che non vadano deserti dipende ora proprio dalle controdeduzioni e dalla pianificazione che si deve operare delle 350 ciclostazioni in funzione del lavoro.
A quest’ultimo riguardo ho voluto far sapere quale è stata la genesi da un lato delle 80 ciclostazioni esistenti e dall’altro lato degli 8.000 mq. da riservare al Bike Sharing.
Ho ricordato che l’allora Assessore all’Ambiente Marco Visconti nel 2011 ha indetto un bando (poi fallito) che metteva a gara un servizio di Bike Sharing di 80 ciclostazioni in cambio di un corrispettivo di 1.000 mq. circa di superficie pubblicitaria: ne deriva che una superficie pubblicitaria 8 volte superiore assicura in proporzione un servizio di Bike Sharing che garantisce le 350 cicolostazioni complessive che prevede l’aggiornamento del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) e che VAS e Basta Cartelloni hanno presentato come proposta del PRIP poi così approvato.
Ho messo in evidenza che le 80 ciclostazioni così come individuate fin da allora dalla Agenzia per la Mobilità si trovano dentro il centro storico e sono state concepite per diporto e turismo e non certo per recarsi al lavoro, in funzione del quale occorre rivedere ed integrare la pianificazione individuando all’altezza delle fermate più importanti di autobus e metro, oltre che dei parcheggi di scambio delle auto, ciclostazioni entro un raggio di 5 km. l’una (che è la distanza copribile per recarsi al lavoro in bicicletta): ho fatto presente che siccome Roma non è del tutto pianeggiante come Ferrara o Parma occorre prevedere nel futuro bando unico che chi se lo aggiudica fornisca anche un servizio di biciclette a pedalata assistita (elettriche).
Ho concluso sostenendo che voler ora rimettere in discussione quanto è stato fin qui definitivamente approvato, rinunciando ad un servizio Bike Sharing che aiuti ad alleggerire la morsa del traffico che attanaglia Roma, non giova certo all’interesse della città e dei suoi cittadini.
Ho ad ogni modo fatto presente (soprattutto all’Assessore) che per passare ad una alternativa diversa occorre fare una analisi costi-benefici di questa alternativa che non vedo.
Il consigliere Enrico Stèfano ha tenuto a far presente che «abbiamo ottimi rapporti con l’Agenzia per la Mobilità»: gli ho replicato che non è l’Agenzia per la Mobilità che decide da sola, in quanto deve seguire degli imput che le debbono venire dall’alto, per cui è solo questione di volontà politica decidere per un verso o per l’altro.
Ha chiesto di parlare il sig. Ranieri Randaccio, responsabile della ditta “S.C.I.”(Società Concessioni Internazionali), per far presente che se c’è tanto calore sul Bike Sharing è perché i Piani di Localizzazione lo consentono: si è quindi chiesto come si fa da andare in bici se non ci sono le piste ciclabili.
Ranieri Randaccio
A suo giudizio è opportuno vedere quanto costa un posto bicicletta e quanto costano i mq. di piste ciclabili occorrenti.
Ha aggiunto: «Ho sentito che non è vero che il Bike Sharing occupa tanto spazio, ma in termini di posizione sul territorio gli è assicurato un vero e proprio monopolio. Tutte le ditte hanno fatto ricorso al TAR meno una.»
Ha ricordato la proposta fatta a suo tempo dalle ditte pubblicitarie di assicurare al Comune un servizio gratuito di Bike Sharing, utilizzando gli stessi impianti del “riordino” [assicurandosi in tal modo un regime eterno di monopolio, in violazione della direttiva europea sulla libera concorrenza e della scadenza di tutte le concessioni degli impianti al 31 dicembre 2014, poi definitivamente sancita dal TAR, ndr.].
Ha concluso affermando che i Piani di Localizzazione così come redatti non vanno bene, anche perché le singole posizioni non sono quotate [ignora che “Aequa Roma” le ha quasi tutte georeferenziate].
Ha chiesto di parlare l’Avv. Giuseppe Scavuzzo, Responsabile dell’Ufficio Legale della associazione di categoria I.R.P.A. (Imprese Romane Pubblicitarie Associate) che rappresenta 35 ditte circa, per affermare che «i Piani di Localizzazione sono infarciti di situazioni non rispondenti alla realtà. Con questi piani (con meno di 3.500 impianti) non c’è sopravvivenza per nessuno. È una falsità parlare di Bike Sharing gratuito».
Giuseppe Scavuzzo
Ha affermato che per gli impianti speciali riservati al Bike Sharing non si pagherà il C.I.P. (Canone Iniziative Pubblicitarie) e che il Comune incasserà comunque molto meno dei 12 milioni di oggi.
Ha portato alla fine l’esempio del Bike Sharing di Milano, che gestisce la ditta “CLEAR CHANNEL” per evidenziare che non funziona.
Mi è stato concesso di replicare sia al sig. Randaccio che all’Avv. Scavuzzo, per sfatare anche qui le loro affermazioni non rispondenti al vero.
Al sig. Randaccio ho fatto presente che a Roma ci sono 5 associazioni di categoria, che non hanno fatto tutte ricorso al TAR, dal momento che l’A.A.P.I. (Associazione Aziende Pubblicitarie Italiane) con sede a Milano non ha impugnato a tutt’oggi nessuno dei provvedimenti approvati dall’Amministrazione Capitolina.
Riguardo al presunto mancato introito futuro, “sentenziato” dall’avv. Scavuzzo, ho ricordato la Conferenza Stampa di presentazione del PRIP da parte dell’allora Sindaco Marino e dell’allora Assessore Leonori, per far presente le slide proiettate quel giorno secondo cui dai 12 milioni di euro che incassa oggi il Comune si dovrebbe arrivare ad un incasso di 18 milioni di euro.
A supporto di questa “ipotesi” ho portato ad esempio che per le concessioni degli impianti SPQR si pagava prima un canone superiore al C.I.P., che le ditte pagavano ben volentieri perché la posizione privilegiata degli impianti di proprietà del Comune assicurava una rendita di posizione e garantiva un valore economico ed un conseguente introito maggiore: questa rendita di posizione si è poi persa per causa degli impianti pubblicitari installati abusivamente a ridosso degli impianti SPQR, senza che venissero rimossi.
Ho quindi messo in evidenza che il nuovo Regolamento di Pubblicità ha equiparato la concessione degli impianti SPQR al C.I.P. dovuto per gli impianti privati su suolo pubblico, per far sì che il futuro bando per l’assegnazione di questi impianti parta da tale valore come base d’asta per aggiudicare alla fine la maggiore offerta ed ottenere forse un importo delle concessioni maggiore di quello di prima.
Riguardo alla critica sulla posizione non quotata degli impianti individuati nei Piani di Localizzazione ho fatto presente che spetta ai futuri bandi mettere a gara prodotti finiti, vale a dire pacchetti di impianti di cui è assicurata a chi vince l’immediata installazione sul territorio, proprio perché ne sarà stata verificata la fattibilità della posizione definitiva assicurando per ogni futuro impianto l’avvenuta acquisizione anche dei dovuti nulla osta e delle altrettanto dovute autorizzazioni paesaggistiche per tutti quelli ricadenti in zona vincolata.
Riguardo ai bando ho tenuto a ricordare che con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 343 del 23 ottobre 2015 sono stati dettati i criteri generali di ammissione alle future gare, che non consentiranno di partecipare a nessun bando quelle ditte che hanno installato abusivamente anche un solo impianto “senza scheda” o che hanno installato dopo il 9 maggio del 1997 anche un solo impianto della procedura del riordino, in violazione del rispettivo Regolamento.
Ha voluto replicarmi il sig. Rodolfo Moretti (della ditta “Moretti Pubblicità”) per far presente che l’A.A.P.I. rappresenta 4, 5 o 6 aziende che individualmente hanno fatto tutte ricorso al TAR, meno una.
Anch’esso non ha voluto fare il nome di questa azienda, senza rendersi conto ad ogni modo che non ha evidentemente ravvisato nessuna violazione da censurare nei provvedimenti approvati dal Comune, soprattutto se di tipo strumentale: della strumentalità di tali ricorsi al TAR ne è prova oggettiva il fatto che sono stati fin qui tutti respinti.
Ha chiesto di parlare il sig. Paolo Paglia della ditta A.P.A. (Azienda Pubblicità Affissioni) che si è dichiarato un po’ in imbarazzo perché ha ritrovato lo stesso leit motiv di 6 mesi di riunioni della Commissione Commercio presieduta Orlando Corsetti e di 15 incontri pubblici sui Piani di Localizzazione: ha al riguardo dichiarato che c’è una associazione [VAS, ndr.] ed un blog [di Basta Cartelloni, ora “Diario Romano”, ndr.] a cui interessano solo il Bike Sharing.
Paolo Paglia
Ha quindi voluto porre una domanda tecnica se è possibile che una Commissione dia tanto spazio al sottoscritto: gli ha replicato il Presidente Andrea Coia facendogli presente che la seduta era aperta a tutti i contributi di chiunque li avesse voluti portare.
È intervenuto alla fine il sig. Alberto Gaudini (della ditta “D. & D. OUTDOOR ADVERTISING”) per rifarsi all’intervento del sig. Randaccio e rilevare che per consentire a chi va in bicicletta come lui occorre prima assicurare delle piste ciclabili e non un servizio di Bike Sharing: ha voluto portare l’esempio di Amsterdam dove questo servizio non c’è ma tutti vanno ugualmente bene in bicicletta.
Ha concluso affermando che tutto questo sembra funzionale ad aiutare “qualcuno”.
Non essendoci altri interventi, il Presidente Andrea Coia ha chiuso questa particolare seduta.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
RASSEGNA STAMPA
da htpp://roma.repubblica.it del 9 novembre 2016
Maxi cartelloni a Roma, Meloni: “Delibera pronta sul piano regolatore”
“Abbiamo ereditato un processo che condividiamo. Il Prip porta a una sensibile riduzione del plateau degli impianti, con conseguenti migliorie sia dal punto di vista del decoro che da quello della sicurezza“.
A dirlo, l’assessore capitolino allo Sviluppo economico, turismo e lavoro, Adriano Meloni, intervenuto oggi in commissione Commercio per discutere del Piano regolatore degli impianti pubblicitari (Prip), messo a punto dalla giunta Marino, e dei piani di localizzazione che stabiliscono in ogni municipio numero e posizione degli impianti. Con il Prip, le affissioni a Roma passano da 137mila a 62mila metri quadrati.
“La delibera con i piani di localizzazione degli impianti è in calendario, l’ho già firmata e l’iter è già partito. Dopo l’approvazione della giunta, scatteranno i 60 giorni per ultimare le controdeduzioni“.
Alla fine dell’iter, l’amministrazione dovrà redigere dei bandi sulla base dei lotti previsti dal piano, tra cui anche quello che prevede 8mila metri quadrati di impianti pubblicitari da concedere in cambio della realizzazione di un servizio di bike sharing che sarà dunque a carico del concessionario e a costo zero per l’amministrazione. Al momento, però, il nodo è stabilire l’ammontare dell’investimento.
“La volontà politica è di portare avanti il bike sharing – spiega Meloni a margine della commissione – ma è necessario capire il valore degli 8mila metri quadrati previsti nel lotto per il bike sharing.
Da un primo studio emerge che per realizzare le prime 80 ciclostazioni previste servirebbe un investimento di 2,5 milioni di euro.
Dobbiamo capire se questi 8mila metri quadrati sono quelli più prestigiosi, quanto valgono, quanto vale l’investimento iniziale e quello per la manutenzione annuale delle ciclostazioni“.